"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

lunedì 31 dicembre 2012

Benedetto XVI: silenzio e meditazione per guarire dalle inevitabili ferite del quotidiano

Silenzio, meditazione, "riflessione calma e prolungata" sono gli ingredienti indispensabili perché "il nostro animo" possa "trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano". Il cristiano, d'altra parte, "è un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che spesso c'è nel mondo" e la fede in Gesù gli favorisce "un costante rinnovamento nel bene", oltre alla "capacità di uscire dalle sabbie mobili del peccato e di ricominciare di nuovo". Lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia alla celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e del Te Deum di ringraziamento, il 31 dicembre.


"Scendere in profondità" permette di giungere alla vera sapienza, imparando "a guardare con verità le proprie azioni", compreso "il male presente in noi e intorno a noi" e iniziare così quel "cammino di conversione" che rende "più saggi e più buoni, più capaci di generare solidarietà e comunione".


Secondo il Papa, se vogliamo davvero "capire il mondo e la vita", non basta "fermarci solo alle notizie", perché molto spesso oscurano i tanti "gesti di amore e di servizio, la fatica quotidiana sopportata con fedeltà e pazienza", che sono ugualmente parte della realtà, anche se "il male fa più rumore".

Durante lo stesso Te Deum di ringraziamento, Benedetto XVI ha avuto un pensiero speciale per la città e la Diocesi di Roma, invitando ad un più attivo "impegno apostolico" a favore delle famiglie, dei giovani, degli operatori pastorali, dei poveri ed emarginati, dei malati e dei disabili, per "annunciare e testimoniare instancabilmente la ricchezza del Vangelo" e fare fronte a quei "contesti culturali" che ostacolano "il radicamento personale e la presenza sociale" della fede. 

Giovanni Tridente

sabato 22 dicembre 2012

Benedetto XVI: la nascita di Cristo ci sfida a ripensare le nostre priorità

"La nascita di Cristo ci sfida a ripensare le nostre priorità, i nostri valori, il nostro stesso modo di vivere". Il Natale è dunque "un'occasione di profonda riflessione", "un esame di coscienza". Lo ha scritto Benedetto XVI in un insolito articolo per il Financial Times, che gli aveva chiesto un commento prendendo spunto dalla pubblicazione dell'ultimo libro sull'infanzia di Gesù.

Gesù, come ha fatto ai suoi tempi, anche oggi ci mette in guardia dalla "politicizzazione della religione", dalla "deificazione del potere temporale" e dall'"instancabile ricerca della ricchezza", e invita i cristiani ad impegnarsi negli affari del mondo (politica, economia...) ma trascendendo "ogni forma di ideologia".

Un cristiano è propenso a combattere la povertà, a condividere equamente le risorse della terra, a "prendersi cura dei più deboli e dei più vulnerabili", opponendosi "all'avidità e allo sfruttamento" perché consapevole che la generosità e l'altruismo "sono la via che conduce alla pienezza della vita". Tutti principi, secondo il Papa, "condivisi da molti", che possono perciò aprire ad "una grande e fruttuosa collaborazione" anche con chi non è cristiano.

"Quando i cristiani rifiutano di inchinarsi davanti ai falsi dei proposti nei nostri tempi" è perché "sono liberi dai legami dell'ideologia" e rifiutano qualunque tipo di compromesso che "possa insidiare" la nobiltà "del destino umano", ha concluso.

Giovanni Tridente

venerdì 21 dicembre 2012

Benedetto XVI: Dio è l'autore della vita, della gioia, dell'amore e della pace, ed è vicinissimo a noi

Benedetto XVI ha incontrato i ragazzi dell'Azione Cattolica Italiana (ACR) in occasione degli auguri natalizi e, prendendo spunto dal motto scelto per il cammino associativo di quest'anno - "In cerca di autore" - ha parlato del Dio "autore della vita", della gioia, dell'amore e della pace, che si è fatto "vicinissimo" a noi in Gesù Bambino, percorrendo "le strade di questo nostro mondo" e comunicandoci la vita buona, felice e generosa.

"Quanto più imparerete a conoscerlo e a dialogare con Lui", ha detto il Papa ai giovani ACR, avvertirete nel cuore quella gioia "che sorpassa tutte le altre e che dura per tutta vita", sentendovi contenti e capaci "di vincere le piccole tristezze che ci sono a volte nell'animo.

Tutti "abbiamo bisogno di voler bene e di sentire che qualcuno ci accetta e ci vuole bene", non è possibile "vivere da soli, chiusi in se stessi"; amare "è necessario per vivere", così come è importante "amare gli altri", rendendo "bella la loro vita".

Quanto al mondo, esso ha tanto bisogno del Dio "autore della pace", proprio per sciogliere quell'egoismo "che spesso inquina e rapporti tra le persone e tra le Nazioni". Ma per fa sorgere "desideri di riconciliazione, di perdono e di pace", anche in coloro che hanno "il cuore indurito", dobbiamo ascoltarlo e fargli "spazio nella nostra vita".

Giovanni Tridente


mercoledì 19 dicembre 2012

Benedetto XVI: la Vergine Maria è icona della fede obbediente, modello e madre di tutti i credenti

La Vergine Maria è "icona della fede obbediente" e "modello e madre di tutti i credenti", perché si è messa nelle mani del Creatore "senza limiti", sottomettendosi "liberamente alla parola ricevuta". Un atteggiamento di "piena fiducia", annunciato da un invito alla "gioia profonda" che è fine delle tristezze del mondo (sofferenza, morte, cattiveria, male". 

Benedetto XVI ha dedicato alla figura di Maria, al suo "si" incondizionato che ha rinnovato "lungo tutta la sua vita", l'Udienza generale di stamattina, l'ultima di quest'anno.

Il Papa ha preso spunto dal "rallegrati" del saluto dell'Angelo per spiegare che il motivo di questa gioia risiede nel fatto che "in lei si compie l'attesa della venuta definitiva di Dio", e ciò proviene anche "dalla grazia" di essere in comunione con Dio, in "connessione vitale con Lui".

lunedì 17 dicembre 2012

Benedetto XVI riceve gli atleti olimpici e detta un grande inno allo sport e alla vita

"L'atleta che vive integralmente la propria esperienza si fa attento al progetto di Dio sulla sua vita, impara ad ascoltarne la voce", "a riconoscerlo nel volto del compagno" e soprattutto dell'avversario. Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza una delegazione di atleti olimpici e ha condiviso con loro un grande inno allo sport e alla vita.

Agonismo, abilità tecniche, qualità umane, doti, capacità, impegno, rigore, preparazione, costanza nell'allenamento, consapevolezza dei limiti, dura disciplina, lealtà nella competizione, rispetto del proprio corpo, senso di solidarietà, altruismo, gioia, soddisfazione, festa... sono tutti ingredienti di un sano agonismo, che il Papa ha elencato come "cammino di autentica maturazione umana", fatto di rinunce, tenacia, pazienza, ma e sopratutto umiltà, che è il vero "segreto della vittoria".

Uno sport di questo tipo ha "senso pieno" ed è "sempre al servizio della persona", perché la educa al rispetto delle regole e la avvicina "a comprendere il valore profondo della sua vita".

Benedetto XVI: La venuta del Signore fa superare sfiducia, scoraggiamento e tristezza

"Dio si fa uomo come noi per donarci una speranza che è certezza: se lo seguiamo, se viviamo con coerenza la nostra vita cristiana, Egli ci attirerà a Sé" e "nel nostro cuore ci sarà la vera gioia e la vera pace, anche nelle difficoltà, anche nei moneti di debolezza". È questa la sintesi dell'Omelia che Benedetto XVI ha tenuto nella Messa domenicale "Gaudete" - III Domenica di Avvento - celebrata ieri presso la parrocchia romana di San Patrizio a Colle Prenestino.

Commentando le letture della liturgia, il Papa ha ricordato come "gioia" e "conversione" siano i due cardini che ci devono accompagnare nel cammino verso il Natale, per accogliere la venuta del Signore in mezzo a noi.

Gioia, innanzitutto, perché se siamo "certi della presenza del Signore, che da sola basta a rasserenare e rallegrare i cuori", non abbiamo più "alcun motivo di sfiducia, di scoraggiamento, di tristezza, qualunque sia la situazione che si deve affrontare". 
Spetta a noi "riflettere se realmente siamo consapevoli" di questa "nuova relazione con Dio", portatore della "vera gioia" e luce per i nostri cammini spesso oppressi "dalle tenebre e dall'egoismo". 

domenica 16 dicembre 2012

Benedetto XVI: fervore delle comunità cristiane, preghiera costante e zelo dei sacerdoti motore delle vocazioni

L'"intenso clima di fede" vissuto nelle comunità cristiane che aderiscono generosamente al Vangelo, insieme ad una "fervida", "costante e profonda" vita di preghiera e allo zelo dei tanti presbiteri e consacrati, sono il motore necessario per aprire i giovani alla vocazione sacerdotale e religiosa. È quanto sintetizza Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 50ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che sarà celebrate il prossimo 21 aprile, nella IV Domenica di Pasqua.

"È necessario" - ha scritto il papa - crescere nella "relazione profonda con Gesù", ascoltando la sua voce "che risuona dentro di noi" se si vuole essere "capaci di accogliere la chiamata di Dio". Un tale "itinerario" si può seguire "all'interno di comunità cristiane" che vivono, sperimentano e testimoniano quella "passione missionaria" che induce "al dono totale di sé per il Regno di Dio" e che praticano "una fervida vita di preghiera".

Dal canto loro, "i presbiteri e i religiosi", "con la testimonianza della loro fede e con il loro fervore apostolico" rappresentano il migliore esempio per stimolare nelle giovani generazioni "il vivo desiderio di rispondere generosamente e prontamente a Cristo". A loro il compito di farsi "compagni di viaggio" dei giovani, mostrando loro "la bellezza del servizio a Dio, alla comunità cristiana, ai fratelli" e l'entusiasmo di quell'impegno "che conferisce un senso di pienezza alla propria esistenza".

venerdì 14 dicembre 2012

Benedetto XVI: l'albero di Natale segno e richiamo della luce altissima di Dio

L'albero di Natale "è segno e richiamo" della "luce altissima" di Dio, venuto in mezzo agli uomini proprio "per dissipare le tenebre dell'errore e del peccato" con il suo splendore, soprattutto in quei momenti in cui "dobbiamo attraversare momenti di incertezza e difficoltà".

Lo ha detto Benedetto XVI rivolgendo il suo saluto ai cittadini di Pescopennataro, in provincia di Isernia, nel Molise, ricevuti in Udienza per il dono dell'"abete bianco" che quest'anno ornerà Piazza San Pietro per tutto il periodo delle festività natalizie.

Quell'albero è anche manifestazione della fede e della religiosità "della gente molisana", ha aggiunto il Papa, che ha saputo conservare lungo i secoli "un importante tesoro spirituale" manifestato "nella cultura, nell'arte e nelle tradizioni locali".

Ritornando sulla luce di Dio, il Santo Padre ha ricordato che quando si è tentato di spegnerla, "per accendere bagliori illusori e ingannevoli", si è sempre aperta la strada a "stagioni segnate da tragiche violenze sull'uomo". 

Infatti, "quando si cerca di cancellare il nome di Dio sulle pagine della storia", "anche le parole più belle e nobili" - come ad esempio la "libertà", il "bene comune" o la "giustizia" - perdono il loro significato, restando "in balìa degli interessi umani" e senza "l'aggancio con le esigenze di verità e di civile responsabilità".

Giovanni Tridente

Benedetto XVI: un'educazione mal garantita e mal assimilata alla base della disfunzione delle istituzioni

Alla base della "disfunzione di alcune istituzioni e di alcuni servizi pubblici e privati" c'è sicuramente "un'educazione mal garantita e mal assimilata", che ha finito per accantonare la morale a totale danno delle giovani generazioni. Lo ha spiegato Benedetto XVI in un bellissimo discorso ai nuovi ambasciatori di Guinea, Saint Vincent e Grenadine, Niger, Zambia, Thailandia, Sri Lanka presso la Santa Sede, ricevuti ieri mattina in Udienza.

Il Papa si è incentrato quindi sul tema dell'educazione che, tra "le numerose sfide della nostra epoca", occupa senz'altro "un posto di primo piano". Basti pensare a come la famiglia e la scuola abbiano perso, ad esempio, la loro capacità di garantire quella "linfa nutritiva" all'esistenza dei giovani, o a quegli insegnanti - "alcuni di loro" - affetti da una competenza parziale in termini cognitivi e carente a livello antropologico. 

Senza dimenticare che i centri educativi appaiono sempre più "incapaci di progetti creativi" "in grado di sedurre i giovani nel loro essere profondo". Tutto comporta nelle giovani generazioni il desiderio sbagliato di volere "aver successo e ottenere rapidamente uno status sociale e professionale importante", trascurando però la formazione e le competenze necessarie.

mercoledì 12 dicembre 2012

Benedetto XVI: leggere e meditare la Sacra Scrittura è un alimento prezioso per la nostra fede

La lettura e la meditazione della Sacra Scrittura, così come il "prestare maggiore attenzione alle Letture della Messa domenicale", rappresentano "un alimento prezioso per la nostra fede" perché mostrano "le tappe" della Rivelazione di Dio all'uomo.

Questo "rivelarsi di Dio" - che si fa "presenza" nella storia - è ciò che "dona un nuovo senso all'intero cammino umano", riempiendolo di significato e di speranza. Lo ha spiegato Benedetto XVI nel corso dell'Udienza generale di questa mattina, continuando le catechesi sull'Anno della fede.

Come mostrano i libri dell'Esodo, del Deuteronomio o il Magnificat e il Catechismo, fare "memoria" della "storia della salvezza" significa giungere alla consapevolezza della fedeltà di Dio verso l'uomo, e "costituisce il fondamento sicuro e stabile" su cui poggiare la nostra vita.

lunedì 10 dicembre 2012

Benedetto XVI: Dio parla nel silenzio, lontano da frastuono e agitazione, come a Maria

Dio rivela il suo disegno su ciascuno di noi "nel silenzio", come avviene per tutto ciò che è "veramente grande" e che spesso passa inosservato, e come dimostra la storia dell'Annunciazione alla Vergine Maria. Non serve agitarsi freneticamente, ma riconquistare la capacità di "fermarci, di stare tranquilli" per cogliere davvero la "voce discreta" del Signore e "sintonizzarci" con la sua azione.

D'altro canto, bisogna essere consapevoli che l'uomo da solo non si salva ma ha bisogno della Grazia, dell'Amore "nella sua purezza e bellezza": Dio, la cui potenza "è più forte del male", l'unico che "può colmare i vuoti che l'egoismo provoca nella storia delle persone, delle famiglie, delle nazioni e del mondo".

Soltanto l'amore può salvarci dai vuoti della modernità, veri è propri "inferni", verso cui "la vita umana viene come tirata verso il basso e verso il nulla" e dove "perde di senso e di luce". Attingendo alla purezza della Grazia si immette "nei polmoni intossicati nuovo ossigeno, aria pulita, nuova energia di vita", sapendo che, "per quanto l'uomo possa cadere in basso", "il soffio mite" dell'amore di Dio "può disperdere le nubi più nere" e quindi rendere "la vita bella e ricca di significato anche nelle situazioni più disumane".

Benedetto XVI: è l'oblio di Dio la causa della violenza e delle ingiustizie

Quando l'uomo si chiude alla trascendenza ("oblio di Dio")  o "quando si nega la possibilità per tutti di riferirsi ad una verità oggettiva", si fa strada la violenza e l'individuo "diventa incapace di agire secondo giustizia e di impegnarsi per la pace". Per cui "la sorgente fondamentale dell'unità e della fraternità" risiede soltanto e in definitiva nella riconciliazione degli uomini con il loro Signore e Salvatore Gesù Cristo, morto sulla Croce.

Benedetto XVI ha condiviso queste riflessioni con i membri della Commissione Teologica Internazionale, ricevuti venerdì in Udienza a conclusione della loro Sessione Plenaria. Oltre a smentire il pregiudizio secondo cui le religioni monoteistiche sarebbero portatrici di violenza per la loro pretesa di possedere una verità universale, il Papa si è soffermato sull'importanza dello studio teologico presso i centri accademici e sul sensus fidelium.

Più che al monoteismo, le "forme di violenza operate nel nome di Dio" sono da attribuire a "cause storiche" e ancora di più "agli errori degli uomini", che si condensano "in una forma di relativismo, che genera ineluttabilmente la violenza".

mercoledì 5 dicembre 2012

Benedetto XVI: esistiamo per dono gratuito dell'amore di Dio che ci avvolge e ci trasforma

Esistiamo per dono gratuito dell'amore di Dio "che ci avvolge e ci trasforma". Un "disegno di benevolenza" che è motivo di gioia, stupore e ringraziamento e che dà il senso all'esistenza dell'uomo nella storia.
 

Dio ci ha scelti, "ancora prima della creazione del mondo", e si è "auto-comunicato a noi" nel suo Figlio Gesù Cristo, affinché attraverso questa "comunione" si possano compiere tutte le nostre "aspirazioni più profonde", compreso il "desiderio dell'infinito e di pienezza" che apre alla felicità eterna.

Continuando il ciclo di catechesi sull'Anno della fede, nel corso dell'Udienza generale di questa mattina Benedetto XVI ha posto l'accento sul "disegno di benevolenza" di Dio, che "ha aperto il suo Cielo e si è abbassato per guidare l'uomo nell'abisso del suo amore".

lunedì 3 dicembre 2012

Benedetto XVI: rinverdire i tizzoni della fede divenuti freddi

I "tizzoni ardenti della fede" dei popoli della prima evangelizzazione "sono divenuti freddi ed ora hanno bisogno di essere rinverditi nuovamente per divenire fiamma". Solo attraverso questo "piccolo fuoco" - che "può incendiare una intera foresta" - è possibile diffondere "nella comunità di una nazione" "il potere purificante e trasformante dell'amore di Dio". Ma per fare ciò c'è bisogno della "testimonianza fedele", anche di pochi, che si lasciano illuminare dalla luce di Cristo.

Per "arrivare a conoscere Cristo", è importante apprendere "a pregare quotidianamente" specialmente alla Sua presenza, "ascoltando attentamente la parola di Dio e permettendo al cuore di parlare al cuore", per dirla con le parole del Beato John Henry Newman.

"Consentite al fascino della sua persona di catturare la vostra immaginazione e di riscaldare il vostro cuore", ha aggiunto Benedetto XVI nella breve riflessione che ha condiviso con la comunità del Venerabile Collegio Inglese di Roma, ricevuto in udienza in occasione del 650º anniversario di fondazione.

Soltanto in questo modo, i futuri sacerdoti dell'Inghilterra e del Galles - ma vale per tutti - saranno in grado di sfamare spiritualmente il loro popolo, portando "il vero nutrimento che viene dal conoscere, amare e servire Cristo".

Giovanni Tridente

Benedetto XVI: dalla nuova evangelizzazione un rinnovato impegno culturale per detronizzare gli idoli moderni

Dalla nuova evangelizzazione "possono derivare un nuovo umanesimo e un rinnovato impegno culturale e progettuale" nell'ambito del sociale, per "detronizzare gli idoli moderni" dell'individualismo, del consumismo materialista e della tecnocrazia. La chiave di volta è data dall'"amore solidale" e da una "cultura della fraternità e della gratuità", che sono anche "il segreto di ogni vita sociale pienamente umana e pacifica".

Lo ha detto Benedetto XVI questa mattina, ricevendo in Udienza i partecipanti alla XXVII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, con i quali ha riflettuto sul tema della dottrina sociale della Chiesa, che è "parte integrante" della sua missione evangelizzatrice.

Oggigiorno, la persona è "svalutata" da un "individualismo utilitarista" e da un "economicismo tecnocratico" e rimane isolata - nonostante sia immersa "in una rete infinita di relazioni e di comunicazioni" -, perché fondamentalmente è "indifferente rispetto al rapporto costitutivo del suo essere" e cioè con Dio. 

domenica 2 dicembre 2012

Benedetto XVI: l'impegno dei giovani per il rinnovamento morale e sociale del mondo

Dio è fedele, entra nella storia attraverso "un percorso di amore, di misericordia e di benevolenza", "nel modo più impensato: facendosi bambino", per elevare tutta la nostra esistenza alle Sue altezze. È la riflessione che Benedetto XVI ha condiviso con i giovani del mondo universitario romano, ricevuto nella Basilica Vaticana per la consueta celebrazione dei Primi Vespri di Avvento.

A tutta la comunità accademica di Roma, il Papa esteso l'invito a "riflettere sulla fede", specialmente in quest'anno, per lasciare sperare "in una presenza sempre più significativa della Chiesa" e in giovani che, accogliendo Gesù nella loro vita, mostrano la fedeltà di Dio". La certezza di questa fede conduce "l'umanità verso traguardi di pace e di prosperità", soprattutto "in questo momento storico delicato e complesso".

sabato 1 dicembre 2012

Benedetto XVI: i circensi e l'arte di saper cogliere e diffondere la bellezza dell'esistenza

Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai circensi- "artisti e operatori dello spettacolo viaggiante" -, ricevuti questa mattina in udienza in occasione dell'Anno della fede.


Ciò che anzitutto contraddistingue la vostra grande famiglia è la capacità di usare il linguaggio particolare e specifico della vostra arte. L’allegria degli spettacoli, la gioia ricreativa del gioco, la grazia delle coreografie, il ritmo della musica costituiscono proprio una via immediata di comunicazione per mettersi in dialogo con piccoli e con grandi, suscitando sentimenti di serenità, di gioia, di concordia. Con la varietà delle vostre professioni e l’originalità delle esibizioni, voi sapete stupire e suscitare meraviglia, offrire occasioni di festa e di sano divertimento.

Cari amici, proprio a partire da queste caratteristiche e con il vostro stile, voi siete chiamati a testimoniare quei valori che fanno parte della vostra tradizione: l’amore per la famiglia, la premura per i piccoli, l’attenzione ai disabili, la cura dei malati, la valorizzazione degli anziani e del loro patrimonio di esperienze. Nel vostro ambiente si conserva vivo il dialogo tra le generazioni, il senso dell’amicizia, il gusto del lavoro di squadra. 

Benedetto XVI: preghiera e azione come rimedio all'ignoranza religiosa

I laici, le famiglie, le comunità cristiane, i giovani e i centri educativi, senza tralasciare la fonte di sapienza teologica da proporre in maniera più ampia, sono stati al centro del discorso che Benedetto XVI ha rivolto all'ultimo dei tre gruppi di Vescovi francesi, ricevuti ieri in udienza a chiusura della visita "ad Limina".

Il Papa ha esordito parlando di "uno dei problemi più seri della nostra epoca", ossia la "duplice ignoranza" del contenuto della fede, che si caratterizza per "un disconoscimento della persona di Gesù Cristo" e per la mancata conoscenza "della sublimità dei suoi insegnamenti, del loro valore universale e permanente nella ricerca del senso della vita e della felicità".

mercoledì 28 novembre 2012

Benedetto XVI: per parlare di Dio occorre conoscerlo e avere forte passione per il suo progetto di salvezza

Per parlare di Dio e comunicare il suo messaggio (Vangelo) agli uomini del nostro tempo - spesso distratti "dai tanti bagliori della società" - occorre sperimentarne una "reale conoscenza" personale, facendogli spazio "senza paura, con semplicità e gioia" e nutrendo "forte passione per il suo progetto di salvezza". Così si è espresso Benedetto XVI durante l'Udienza di questa mattina, continuando la serie di catechesi sull'Anno della fede.

Dopo aver indicato la condizione primaria per svolgere questo compito missionario che tocca a ciascun battezzato, e cioè quella di "avere ben chiaro" che Dio è "concreto" ed esiste, è presente ed è entrato nella storia, il Papa ha anche suggerito un "metodo" vincente, mutuato dallo stesso "metodo di Dio", che è quello dell'"umiltà", della "semplicità" e del ritorno "all'essenziale".

Chi ha fiducia in Dio, infatti, non teme "l'umiltà dei piccoli passi" e confida in quel "lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere", di cui parla Matteo nel suo Vangelo.

lunedì 26 novembre 2012

Benedetto XVI: il regno di Dio è regalità della verità e dell'amore

Il regno di Dio, che la Chiesa annuncia come "meta ultima della storia", è "regalità della verità" e dell'amore, e come tale è un "potere che non tramonta mai e che non sarà mai distrutto", come invece accade per i regni terreni. Chi segue Gesù, dunque, non si lascia affascinare "dalla logica mondana" del potere ma risponde costantemente all'invito del Signore a "convertirsi sempre di nuovo" per "far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà". Lo ha detto Benedetto XVI durante la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo, celebrata ieri insieme ai neo Cardinali eletti nel Concistoro di sabato.

Commentando le letture della liturgia, il Papa ha ricordato come lo stesso regno di Dio non ha alcuna conformazione politica e "non si basa sulle armi e sulla violenza" ma sulla "apparente debolezza dell'amore che dona la vita". Il riferimento, perciò, "non è al dominio, bensì alla verità", "l'unica che dà a tutte le cose la loro luce e la loro grandezza".

sabato 24 novembre 2012

Benedetto XVI: Chiesa unica, universale e totale perché Chiesa di Cristo

La cattolicità della Chiesa attinge "all'universalità dell'unico disegno divino di salvezza del mondo" e la sua missione "non sale dal basso, ma scende dall'alto, dallo Spirito Santo", ed è da sempre "orientata ad esprimersi in ogni cultura", come "un lievito" e un "fermento"... perché "Chiesa di Cristo".

Anche se sparsa "nelle diverse vicende e nei molteplici contesti culturali e sociali" del mondo, la Chiesa rimane perciò "unica" ed è sempre la stessa "a Gerusalemme, ad Antiochia o a Roma". La sua identità, "universale e totale", "riflette in se stessa la sorgente della sua vita e del suo cammino: l'unità e la comunione della Trinità". Con questi brevi pensieri, Benedetto XVI ha proposto la riflessione sul significato su uno dei tratti essenziali della Chiesa, nell'allocuzione tenuta durante il Concistoro Ordinario Pubblico di questa mattina, con cui a creato 6 nuovi Cardinali.


venerdì 23 novembre 2012

Benedetto XVI: il mondo marittimo, un efficace veicolo di evangelizzazione

L'Apostolato del Mare, che raccoglie cappellani e volontari che operano nell'ambito della navigazione marittima, rappresentano "il segno visibile della sollecitudine" della Chiesa verso coloro che "non possono ricevere una cura pastorale ordinaria". Lo ha detto Benedetto XVI ricevendone in Udienza una rappresentanza convenuta in Vaticano per l'annuale Congresso Mondiale.

"Sin dagli albori del Cristianesimo, il mondo marittimo è stato veicolo efficace di evangelizzazione". Nella complessità dell'epoca moderna, dove si registrano gli "effetti della globalizzazione" e "situazioni di ingiustizia", il Papa ha esortato i "missionari" del mare ad una sollecitudine "più attenta" per portare a "marittimi, pescatori e naviganti" la "materna cura" della Chiesa.

giovedì 22 novembre 2012

Benedetto XVI: giustizia "più vera" se nelle carceri si salvaguarda la dignità della persona

Se si guarda alle misure detentive soltanto come una semplice punizione e non invece come occasione "per correggere e migliorare l'uomo", "la giustizia non è realizzata in senso integrale". Anzi, "una detenzione fallita nella funzione rieducativa" finisce per diventare "una pena diseducativa" e quindi accentuare, anziché contrastare, "l'inclinazione a delinquere e la pericolosità sociale della persona".

Lo ha affermato Benedetto XVI, ricevendo questa mattina in Udienza i partecipanti alla Conferenza dei Direttori delle Amministrazioni Penitenziarie del Consiglio d’Europa.

mercoledì 21 novembre 2012

Benedetto XVI: credere è ragionevole

È ragionevole credere, perché il mistero di Dio "non è irrazionale, ma sovrabbonda di senso, di significato, di verità". Intelletto e fede, "dinanzi alla divina Rivelazione non sono estranei o antagonisti", ma entrambi "condizioni per comprendere il senso" e recepirne "il messaggio autentico". Tra l'altro, giungere alla conoscenza di Dio richiede una esperienza di fede che è al tempo stesso "un cammino intellettuale e morale" perché fa superare "i nostri egoismi" ed apre "ai valori veri dell'esistenza".

Benedetto XVI, continuando le sue catechesi sull'Anno della fede durante le Udienze del mercoledì, questa mattina si è soffermato sulla ragionevolezza della fede in Dio, spiegando come la stessa fede cattolica "nutre fiducia anche nella ragione umana".


domenica 18 novembre 2012

Benedetto XVI: la consapevolezza della sacralità della vita appartiene all'eredità morale dell'umanità

La consapevolezza della sacralità della vita appartiene all'eredità morale dell'umanità. L'uomo, infatti, non è "un prodotto casuale dell'evoluzione" ma "frutto di un pensiero di Dio: siamo amati da lui". Questo valore della vita lo coglie già di per sé la ragione, ma questa comprensione rimane incompleta senza il riferimento a Dio. Sono le riflessioni che Benedetto XVI ha inviato in un Messaggio ai partecipanti alla sessione del Cortile dei Gentili inaugurata venerdì 17 novembre a Guimaraes e a Braga (Portogallo).

Il Papa ha citato l'esperienza umana della morte per dimostrare che solo "l'Amore infinito è onnipotente" e quindi capace di mantenere in vita, a differenza dell'amore finito delle persone. Da questo amore di Dio per ogni uomo, scaturisce la sua incondizionata dignità di vita.

sabato 17 novembre 2012

Benedetto XVI: far sentire senza posa e con determinazione la voce della Chiesa

La Chiesa deve far sentire "senza posa e con determinazione" la propria voce nei dibattiti sociali importanti, non avendo timore "di parlare con un vigore tutto apostolico del mistero di Dio e del mistero dell'uomo". Lo ha detto Benedetto XVI al secondo gruppo di Presuli della Conferenza Episcopale Francese, ricevuti in Udienza in occasione della loro Visita "ad Limina Apostolorum".

Riferendosi alla situazione del Paese d'oltralpe, in particolare della "lunga storia cristiana che non può essere ignorata o sminuita", il Papa ha sottolineato come i fedeli francesi, e con loro i fedeli di tutto il mondo, si aspettano molto dalla Chiesa locale. Per cui non bisogna tirarsi indietro di fronte a questa "attesa", proponendo tutta intera la saggezza del messaggio evangelico, l'unico "che permette di esaminare con rettitudine le risposte concrete alle questioni pressanti, e talvolta angoscianti, del tempo presente".

Benedetto XVI: la "scienza cristiana della sofferenza" diventi il lessico universale degli operatori sanitari

Quanti operano nel campo dell'assistenza sanitaria, come professionisti ma anche come volontari, diventino gli "esperti qualificati!" della "scienza cristiana della sofferenza", vivendo la propria attività come una singolare "missione umana e spirituale". È l'invito che Benedetto XVI ha rivolto ai partecipanti alla Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ricevuti questa mattina in Udienza insieme a medici, membri dell'UNITALSI e studenti delle Facoltà di Medicina.

Compassione, solidarietà, condivisione, abnegazione, gratuità e dono di sé sono gli ingredienti che il Papa ha indicato come appartenenti a questa particolare "scienza", auspicando che diventi "il lessico universale" di tutti gli operatori sanitari. 

venerdì 16 novembre 2012

Benedetto XVI: unità tra i cristiani per il successo dell'evangelizzazione

 C'è "uno stretto legame tra la sorte dell'evangelizzazione e la testimonianza dell'unità tra i cristiani", come avevano sottolineato già i Padri Conciliari nella Unitatis redintegratio e come lo stesso Gesù aveva chiesto ai suoi discepoli: "siano una cosa sola, perché il mondo creda". Sono le riflessioni che Benedetto XVI ha rivolto ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ricevuti ieri in Udienza.

Il cammino verso l'unità, non può non tener conto della "crisi di fede" che sta interessando varie parti del mondo, né "possono essere ignorati i numerosi segni che attestano il permanere di un bisogno di spiritualità". Per le Chiese e Comunità ecclesiali, "la povertà spirituale" dell'uomo contemporaneo rappresenta dunque "una sfida" e un urgente "imperativo", che in se stesso unisce già nel comune obiettivo dell'evangelizzazione.

mercoledì 14 novembre 2012

Benedetto XVI: mondo, uomo e fede, tre vie per arrivare a Dio

Contemplare la creazione, soffermarsi a guardare in profondità in noi stessi e vivere allo scoperto la propria fede rappresentano le vie privilegiate per arrivare alla conoscenza di Dio e per recuperare quanti vivono con indifferenza la sua stessa esistenza ed azione, quando non la mettono addirittura in dubbio. È ciò su cui ha riflettuto Benedetto XVI nel corso dell'Udienza generale di questa mattina, nell'Aula Paolo VI.

Di fronte al rischio di "essere abbagliati dai luccichii della mondanità" e a questo modo "distruttivo" del secolarismo che impoverisce di fatto tutto l'uomo (perché lo lega agli idoli) e apre le porte "al relativismo e ad una concezione ambigua della libertà", il Papa individua tre grandi "risposte": "il mondo, l'uomo, la fede".

lunedì 12 novembre 2012

Benedetto XVI: chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita!

Un grande inno alla vita e alla sua bellezza, e un richiamo forte alla responsabilità della società perché si prenda cura di chi vive gli anni della vecchiaia. Benedetto XVI ha incontrato questa mattina gli ospiti della Casa-Famiglia "Viva gli Anziani" della Comunità di Sant'Egidio, al Gianicolo di Roma e ha rivolto loro parole incoraggianti e piene di speranza.

"È bello essere anziani!", ha esordito il Papa, perché anche in questa tappa delle vita è possibile "scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene". Bisogna rifuggire la tristezza e avvertire piuttosto "sempre la gioia di sentirci amati da Dio".

domenica 11 novembre 2012

Benedetto XVI: la musica sacra favorisce la fede e coopera alla nuova evangelizzazione. Urgente la riscoperta della lingua latina.

La musica sacra favorisce la fede e coopera alla nuova evangelizzazione. Lo ha sottolineato Benedetto XVI ricevendo le numerose Scholae Cantorum di ogni parte d'Italia giunte a Roma per un pellegrinaggio organizzato dall'Associazione Italiana Santa Cecilia, in occasione dei 50 anni dell'apertura del Concilio Vaticano II.

Innanzitutto la fede, come insegna l'esempio di Sant'Agostino e la sua stessa testimonianza raccolta oltre che nel De Musica, nel decimo libro delle Confessioni. La musica, e in particolare il canto, se ben fatti e curati - ad esempio, "con voce limpida e la modulazione più conveniente" - possono dare "maggiore forza comunicativa" alla recita dei salmi e dei cantici biblici, sono essi stessi "liturgia" (parte necessaria ed integrante) e quindi aiutano "l'intera Assemblea a lodare Dio".

venerdì 9 novembre 2012

Benedetto XVI: impegno di ogni singolo cittadino per sconfiggere violenza e crimine

La violenza e il crimine - gravi fattori "di destabilizzazione delle società" - possono essere sconfitti soltanto con un impegno concreto di "tutti i singoli cittadini", ciascuno per la sua parte di responsabilità. Bisogna superare l'errata convinzione che per "incidere su questo fenomeno" siano sufficienti soltanto "le istituzioni e gli organismi preposti": l'imperativo deve coinvolgere "la società nel suo complesso", a cominciare dalla famiglia e passando per la scuola, le realtà religiose e i mezzi di comunicazione. Lo ha detto Benedetto XVI incontrando questa mattina i partecipanti all'Assemblea Generale dell'INTERPOL, ricevuti nell'Aula Paolo VI.

Nel suo discorso, il Papa si è incentrato innanzitutto sul problema della criminalità organizzata, la cui violenza rappresenta "un aspetto particolarmente preoccupante per il futuro del mondo", soprattutto perché i delitti di cui si macchia "infrangono le barriere morali progressivamente erette dalla civiltà e ripropongono una forma di barbarie che nega l'uomo e la sua dignità".

giovedì 8 novembre 2012

Benedetto XVI: dialogo tra scienza e fede per una cultura rispettosa dell'uomo

C'è bisogno che la scienza dialoghi costantemente e cooperi con la fede se si vuole realmente edificare una cultura rispettosa dell'uomo, della sua dignità e della sua libertà. Questa "interazione" è ugualmente necessaria se si vuole garantire "il futuro della nostra famiglia umana" e uno sviluppo sostenibile "a lungo termine" per il pianeta. Se ne è detto convinto Benedetto XVI ricevendo questa mattina i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze.

Diversamente, si fa strada ciò che è contrario alla ragione stessa, come anche il mito e l'indifferenza e quindi un palese danno per l'umanità, con la conseguenza di non garantire più neppure un clima pacifico di convivenza e il "destino ultimo" dell'uomo.

mercoledì 7 novembre 2012

Benedetto XVI: promuovere la pedagogia del desiderio per re-imparare le gioie autentiche della vita

Promuovere una "pedagogia del desiderio" per "imparare o re-imparare il gusto delle gioie autentiche della vita" e tendere così ad "un bene più alto, più profondo" e in definitiva a Dio. In una società "apparentemente tanto refrattaria alla dimensione trascendente", è tuttavia possibile "aprire un cammino verso l'autentico senso religioso della vita", che dimostra come non sia assurdo né razionale avere fede. Se ne è detto convinto il Santo Padre Benedetto XVI, nella riflessione/catechesi di questa mattina durante la consueta Udienza del mercoledì.

Nell'uomo, infatti, è insito "un misterioso desiderio di Dio", c'è una costante ricerca, anche se "a passi piccoli e incerti", dell'Assoluto. Un'esperienza innegabile e "assai significativa", che dona speranza di fronte all'odierna cultura secolarizzata.

lunedì 5 novembre 2012

Benedetto XVI: la fede in Dio è la risposta del cristiano alla questione della morte

La fede in Dio è la risposta del cristiano alla questione della morte, e soltanto chi vive "una relazione profonda con Dio" è capace di mettere in pratica pienamente "il comandamento dell'amore". Così si è espresso il Santo Padre negli ultimi due interventi ufficiali, nell'omelia alla Santa Messa in suffragio dei Cardinali e Vescovi defunti di sabato scorso, e durante l'Angelus di ieri.

La morte, ha detto il Papa, "conserva ciò che la vita non può trattenere" e attraverso la visita alle tombe dei nostri defunti siamo in grado di rinsaldare "vincoli di una comunione" che il cessare della vita terrena "non ha potuto interrompere". È come se "varcassimo una soglia immateriale ed entrassimo in comunicazione con coloro che lì custodiscono il loro passato, fatto di gioie e di dolori, di sconfitte e di speranze". 

venerdì 2 novembre 2012

Benedetto XVI: liberi come pellegrini che amano la terra perché hanno il cuore in Cielo

Avere fede nella vita eterna ci rende liberi come pellegrini, che amano la terra perché hanno il cuore in Cielo. La bellezza "di questa vita di totale apertura allo sguardo d'amore di Dio" la pregustiamo nella venerazione di tutti i santi, di coloro che con l'amore - già in questa terra - hanno vinto "sull'egoismo e sulla morte". Così Benedetto XVI durante l'Angelus dalla finestra del suo studio, sintetizzando il senso della Solennità di Tutti i Santi.

Terra e cielo, ha detto il Papa, rappresentano "il duplice orizzonte dell'umanità", e cioè da una parte "il cammino storico" dell'uomo, e dall'altra "la pienezza" della sua vita in Dio (l'eternità). Ma sono anche le due dimensioni della Chiesa, che trovano il loro compimento nella "comunione dei santi".

mercoledì 31 ottobre 2012

Benedetto XVI: la nostra fede trova conferma, cresce e matura nella Chiesa

È nella Chiesa che la nostra fede trova "conferma", "cresce e matura". Inoltre, ci tira fuori "dal nostro isolamento" e ci libera dalla "prigionia del peccato", che tra le altre cose allontana dalla comunione "con gli altri fratelli e sorelle" e quindi con Dio.

Benedetto XVI ha aggiunto un ulteriore tassello alla sua meditazione sulla fede cattolica, condivisa questa mattina in Piazza San Pietro per la consueta Udienza generale.

È vero - ha detto il Papa - che "l'atto di fede" è "eminentemente personale", nel senso che avviene "nell'intimo più profondo" della persona, dando "un orientamento nuovo" alla propria direzione di vita. Eppure, deve essere anche un atto "comunitario", muovendosi "nel noi della Chiesa", generando quell'immensa "polifonia nella fede" che si diffonde "nel tempo e nello spazio". 

lunedì 29 ottobre 2012

Benedetto XVI: prestare particolare cura alla dimensione religiosa dei migranti

La Chiesa deve prestare "particolare attenzione e cura" alla dimensione spirituale dei migranti, favorendo il "dialogo ecumenico", la realizzazione di "nuove strutture pastorali", la valorizzazione dei "diversi riti" e permettere così una reale "promozione umana". Fede e speranza, infatti, nei cuori di queste persone "formano un binomio inscindibile" - visto che da una parte nutrono "il desiderio di una vita migliore" e dall'altra una "profonda fiducia in Dio" - rendendo "più tollerabili le ferite dello sradicamento e del distacco".

Parimenti, bisogna evitare il "mero assistenzialismo" se si vuole giungere ad una "autentica integrazione", incoraggiando migranti e rifugiati "a contribuire al benessere dei Paesi di arrivo", offrendo le loro competenze, le proprie tradizioni culturali e soprattutto "la loro testimonianza di fede", che tra l'altro "dona impulso alle comunità di antica tradizione cristiana".

Sono queste le considerazione che il Santo Padre Benedetto XVI ha affidato al Messaggio per la 99ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sul tema “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”, che si celebrerà il prossimo 13 gennaio 2013.

domenica 28 ottobre 2012

Benedetto XVI: cancellare l'oblio della verità per contemplare nuovamente il vero Dio

"Cancelliamo l'oblio della verità, l'ignoranza: e rimuovendo le tenebre che ci impediscono la vista come nebbia per gli occhi, contempliamo il vero Dio". Facendo sua questa preghiera di San Clemente di Alessandria, Benedetto XVI ha concluso con un forte appello alla riscoperta della fede la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, iniziata lo scorso 7 ottobre.

Nel corso dell'omelia di questa mattina, il Papa ha offerto una lucida riflessione sulla figura evangelica di Bartimeo - ritornato alla "luce della fede" dopo un lungo periodo di cecità anche spirituale -, paragonandola a quanti vivono nelle regioni di antica evangelizzazione dove Dio non è più considerato rilevante. Persone che "hanno perso l'orientamento sicuro e solido della vita e sono diventati, spesso inconsciamente, mendicanti del senso dell'esistenza".

venerdì 26 ottobre 2012

Benedetto XVI: arte e bellezza, unite alla fede, elevano l'uomo alle altezze di Dio

L'arte e la bellezza, unite alla fede, elevano l'uomo fino alle altezze di Dio. Così si è espresso il Santo Padre Benedetto XVI al termine della visione del film documentario "Arte e fede - Via Pulchritudinis" realizzato dalla Direzione dei Musei Vaticani in collaborazione con la tv polacca TBA e proiettato ieri pomeriggio nell'Aula Paolo VI.

Lo stesso patrimonio artistico della Città del Vaticano, costituisce, secondo il Papa, "una sorta di grande 'parabola'", attraverso la quale il Vicario di Cristo parla a uomini e donne di ogni provenienza, cultura e religione, "che magari non leggeranno mai un suo discorso o una sua omelia".

mercoledì 24 ottobre 2012

Benedetto XVI: "Non si crede da sé" e "non si crede da soli"

"Non si crede da sé", e "non si crede da soli". La fede è un dono soprannaturale di Dio, e un atto di fiducia verso un "Tu" che da' certezza. Un'adesione al contempo profondamente libera e umana, che va alimentata, condivisa e testimoniata in mezzo agli altri.

Con la chiarezza di sempre, nell'Udienza generale di questa mattina Benedetto XVI ha offerto una riflessione globale sull'essenza, il senso e la necessità della fede, come atto che coinvolge tutto l'uomo e lo indirizza verso "un esito buono e felice della vita".

domenica 21 ottobre 2012

Benedetto XVI: la Chiesa è in perenne stato di servizio all'uomo e al Vangelo

La Chiesa è "tutta intera in perenne stato di servizio all'uomo e al Vangelo" e lo stile del perfetto evangelizzatore è quello di "testimoniare ed annunciare il messaggio cristiano conformandosi a Gesù Cristo". Proprio come hanno fatto i nuovi sette santi che Benedetto XVI ha canonizzato questa mattina in Piazza San Pietro, nei primi giorni dell'Anno della fede

Si tratta della suora spagnola Maria Carmen Salles y Baranguera, del catechista laico Pedro Calungsod, del sacerdote professo dei gesuiti Jacques Berthieu, della laica pellerossa Caterina Tekakwitha, della suora del terz’ordine francescano Barbara Cope, della laica bavarese Anna Schaffer e dell’italiano Padre Giovanni Battista Piamarta, fondatore degli 'artigianelli'. 

sabato 20 ottobre 2012

Benedetto XVI: ecumenismo, dialogo interreligioso e sano impegno culturale, aspetti decisivi per la Chiesa di oggi

L'ecumenismo e il confronto con le altre religioni rappresentano due aspetti decisivi per la Chiesa di oggi nel suo dialogo con il mondo contemporaneo, come già avevano ampiamente indicato tre importanti documenti conciliari: la dich. Nostra aetate (sulle religioni non cristiane), il dec. Unitatis redintegratio (sull'ecumenismo) e la dich. Dignitatis humanae (sulla libertà religiosa). Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso tenuto al conferimento del "Premio Ratzinger" 2012, promosso per la seconda volta dall'omonima fondazione vaticana, e quest'anno assegnato al laico francese e studioso di Filosofia delle religioni Rémi Brague e al Rev. Brian E. Daley, gesuita statunitense e storico di Teologia patristica.

Riferendosi a queste due "personalità in senso pieno" - per il "profilo della ricerca", il "prezioso servizio dell'insegnamento" e per il "contributo qualificato alla presenza della Chiesa nel mondo di oggi" - il Papa le ha indicate come "esemplari" nel contributo che offrono all'uomo per permettergli di scoprire l'"arte del vivere". 

giovedì 18 ottobre 2012

Benedetto XVI: tornare a Dio per superare individualismo e relativismo

Per far fronte ad una fede vissuta in maniera passiva, slegata dalla vita e spesso orientata ad una sorta di "sincretismo e relativismo religioso", Benedetto XVI si propone come guida di un "cammino" alla riscoperta e all'approfondimento delle "verità centrali della fede su Dio, sull'uomo, sulla Chiesa, su tutta la realtà sociale e cosmica".

E lo farà settimanalmente, durante le consuete udienze generali, come da lui stesso annunciato e spiegato durante quella di mercoledì scorso. Un nuovo ciclo che durerà per tutto l'Anno della fede.

Il testo di riferimento non potrà che essere il Credo, laddove si innesta, trova fondamento e giustificazione "la vita morale del cristiano".

mercoledì 17 ottobre 2012

Benedetto XVI: l'Europa avrà futuro perché Dio non scompare mai

Dio si può dimenticare, lo si può mettere da parte, ma "non scompare mai" perché ciascun uomo ha inscritto nel profondo del proprio animo il desiderio e la ricerca del suo Creatore. È questo uno dei motivi per cui Benedetto XVI nutre ancora una "grande speranza" per l'Europa, nonostante i continui attacchi alla dignità umana, e la diffusa volontà di cancellarne le radici cristiane. Lo ha confidato rispondendo ad una intervista rilasciata per il film "Bells of Europe - Campane d'Europa", un documentario che raccoglie testimonianze delle maggiori personalità religiose cristiane, presentato in anteprima ai padri sinodali.

Un secondo motivo di speranza è dato dalla verità dell'annuncio evangelico, che in quanto tale "non si consuma mai", non invecchia e ogni volta riappare con "tutta la sua novità" dando risposta "alle esigenze del cuore e della ragione umana". C'è poi un dato "empirico" - confida il Papa - e riguarda l'inquietudine che nutrono i giovani di fronte ad un mondo "vuoto", "finito", che fortunatamente contrastano con la riscoperta "della bellezza del cristianesimo" in tutta la sua profondità e radicalità. In fondo il cristianesimo "è vero, e la verità ha sempre un futuro".

martedì 16 ottobre 2012

Benedetto XVI: solidarietà e partecipazione come risposta alla fame nel mondo

Il mondo sarà veramente libero dalla fame nella misura in cui si riuscirà a dare "priorità alla dimensione umana" e a mettere in campo "azioni e strutture ispirate dalla solidarietà e orientate alla partecipazione". Lo ha scritto il Santo Padre Benedetto XVI nel Messaggio inviato al Direttore Generale della F.A.O. in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, quest'anno dedicata al tema Le cooperative agricole nutrono il mondo. 

Proprio l'esperienza della cooperazione in ambito rurale può essere, secondo il Papa, un modo concreto per rispondere ad "esigenze immediate e materiali" come la malnutrizione in tante aree del pianeta, ma anche la modalità per ribaltare quelle logiche legate al profitto, alla difesa dei mercati, all'uso non alimentare dei prodotti agricoli, che ne sono appunto la causa principale. Insomma, una loro presenza porrebbe fine "alle tendenze speculative" che oggi si abbattono purtroppo anche sui beni di prima necessità.

sabato 13 ottobre 2012

Benedetto XVI: c'era una "straordinaria attesa" per il Concilio

Fino a pochi giorni fa era ancora inedito. Poi l'Osservatore Romano lo ha diffuso nell'edizione dell'11 ottobre anticipando la pubblicazione di un numero speciale sul Concilio Vaticano II, di cui lo stesso scritto è introduttivo. Si tratta della lettura personale e al tempo stesso interessante che il Santo Padre Benedetto XVI fa della "giornata splendida" in cui venne aperta l'Assise conciliare, raccontando di prima mano anche alcuni retroscena "operativi" che hanno poi accompagnato i lunghi mesi di lavoro dell'assemblea.

A differenza dei precedenti raduni ecclesiali - racconta il Papa -, in questo caso "non c'era un problema particolare da risolvere", ma talmente era forte la percezione, nella Chiesa, di un clima di "straordinaria attesa". Principalmente perché quel "cristianesimo, che aveva costruito e plasmato il mondo occidentale, sembrava perdere sempre più la sua forza efficace". E qui si comprende meglio anche ciò che Papa Giovanni XXIII intendeva con la parola "aggiornamento", che divenne quasi un elemento programmatico del Concilio: ridare alla cristianità quella forza e capacità di modellare il futuro dell'umanità.

venerdì 12 ottobre 2012

Benedetto XVI: il cristianesimo è un albero sempre giovane

Il Cristianesimo è un albero sempre giovane, in "perenne 'aurora', che non si riduce "al metro di ciò che ci piace" o a ciò che l'opinione pubblica ci impone. La sua diffusione, d'altro canto, si nutre della forza di coloro che hanno "radici profonde in Dio" e vivono "con purezza la propria fede" evitando di adeguarsi al "momento che passa". Un simile cammino è anche ciò che conduce alla santità, che è in definitiva il desiderio di Dio per ciascun uomo ed anche "il vero volto della Chiesa". 

Benedetto XVI ha condiviso queste riflessioni con un gruppo di padri conciliari ancora viventi ricevuti in udienza questa mattina nella Sala Clementina insieme ai Patriarchi e Arcivescovi delle Chiese orientali cattoliche e a numerosi Presidenti delle Conferenze Episcopali del Mondo, e con i quali si è poi intrattenuto a pranzo.

Archivio

 

GIOVANE CHIESA Copyright © 2011 -- Template created by O Pregador -- Powered by Blogger