"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

mercoledì 1 maggio 2019

In un libro le visite del Papa nella periferia romana


Si intitola “Pellegrino di periferia” il libro di Giovanni Tridente che per la prima volta analizza il magistero di Papa Francesco durante le sue visite alle parrocchie romane. Andrea Monda firma la prefazione



Fabio Colagrande - Città del Vaticano

Nel libro “Pellegrino di periferia”, edito da Amazon, Giovanni Tridente, giornalista e docente di comunicazione alla Pontificia Università Santa Croce, rilegge le più recenti visite di Papa Francesco nelle parrocchie della sua diocesi. Prendendo in esame le ultime nove visite alle parrocchie romane del Papa - che nel suo pontificato ne ha visitate venti - l’autore individua i temi ricorrenti di questa predicazione itinerante del vescovo di Roma. Ai microfoni di Radio Vaticana Italia, Giovanni Tridente spiega la genesi del libro:

Ascolta l'intervista a Giovanni Tridente:

Sul Papa sono stati scritti molti libri, però seguendo la sua attività mi aveva sempre colpito la presenza di una sorta di filo conduttore nelle sue visite alle parrocchie romane, anche se non propriamente esplicito. Quindi ho voluto cercarlo per verificare se davvero ci fosse un denominatore comune nel magistero ‘parrocchiale’ del vescovo romano. Mi colpiva il fatto che fosse un aspetto del magistero di Papa Francesco che non era stato mai approfondito, a dispetto del fatto che nel giorno della sua elezione, dalla Loggia della Basilica Vaticana, si fosse presentato proprio come vescovo di Roma. Mano a mano che leggevo i discorsi pronunciati e rivedevo le dirette televisive, ho scoperto che ci sono dei punti in comune fra le varie visite. Probabilmente il Papa, in quelle occasioni, vuole veicolare dei contenuti molto concreti e specifici.

Quali sono i luoghi della Capitale in cui il Papa si è recato più volentieri, ovvero, come sono state scelte le parrocchie che ha visitato?

R. - Questo è un altro aspetto che mi ha colpito. Alla fine del libro ho voluto pubblicare una mappa, realizzata con un navigatore on-line, per verificare i percorsi compiuti dal Papa nelle sue più recenti visite alle parrocchie romane e approfondire l’aspetto territoriale. Ho scoperto che i 178 km percorsi dal Papa per raggiungere le ultime nove parrocchie che ha visitato, tracciano una linea continua che dal Vaticano va verso le periferie in tutte le latitudini, raggiungendo gli estremi periferici. Sicuramente quando si organizzano queste visite si fa una sorta di turnazione fra i settori della diocesi di Roma, ciascuno affidato a un vescovo ausiliare. Ma, a conferma di questo itinerario, mi colpisce che sempre in queste visite Francesco ha dedicato delle parole ai poveri, ai sofferenti e ai volontari che si occupano di queste situazioni di emarginazione. E si tratta di strutture parrocchiali che, per queste persone, rappresentano l’unica risorsa sul territorio per sopperire ai lori bisogni materiali. Dunque, zone periferiche sia in senso territoriale che esistenziale. Una tradizione, quella delle visite in periferia, che Francesco si porta dietro certamente dalla sua esperienza precedente come vescovo di Buenos Aires.

Quali sono i temi forti toccati dal Papa quando di reca in visita alle comunità parrocchiali romane?
R. - Nell’ultimo capitolo ne ho elencati una decina. Tra i più frequenti, c’è l’invito a evitare le chiacchiere, che com’è noto considera un vero atto terroristico, e a praticare l’apostolato dell’orecchio. Se si va nei luoghi periferici ed esistenziali ad annunciare il Vangelo bisogna innanzitutto ascoltare le esigenze delle persone. E questo è un monito che il Papa lascia ad ogni parrocchia che deve essere come un’antenna in grado di captare le esigenze del territorio per poi svolgere la propria missione. Ma l’aspetto che più mi ha colpito è che sempre, puntualmente, il Papa mette al primo posto l’incontro con Gesù. Non è possibile fare nulla, fare volontariato, ascoltare, evitare i pettegolezzi, se prima non si è coltivato un rapporto personale con Gesù. Questo è un aspetto centrale che ribadisce ai bambini della prima comunione, a quelli della cresima ed è fondamentale, in questo percorso, riconoscerlo. Quando va in periferia, Il Papa parla prima di tutto di Gesù e questo va sottolineato nei confronti di certi ambienti che sono critici verso di lui o non raccontano ciò che effettivamente dice.

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