"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

sabato 3 luglio 2021

Cosa dimostra la vicenda dello scandalo vaticano relativo ai fondi della Segreteria di Stato


Cosa dimostra l’odierna (3 luglio 2021) citazione a giudizio di 10 imputati nell’ambito dello scandalo vaticano sui fondi economici della Segreteria di Stato?

Fermo restando l’innocenza fino a prova contraria di tutti gli implicati – dei quali si sono prontamente susseguite le dichiarazioni difensive dei rispettivi avvocati –, e stando alle informazioni pubblicate dagli stessi organi della Santa Sede, la vicenda evidenzia fondamentalmente che:

1. In caso di presunti reati anche in Vaticano si fanno indagini;

2. tutte le riforme in ambito finanziario, e comunque penale, licenziate negli ultimi anni da Papa Francesco erano assolutamente necessarie e stanno provando a funzionare;

3. la Chiesa non teme più lo “scandalo” per la propria immagine – motivo per cui tante volte e in tanti ambiti si è taciuto o coperto – e preferisce risolvere con sforzi di trasparenza situazioni deplorevoli e dannose a vari livelli, con atteggiamento proattivo, senza attendere che sia il clamore mediatico a fornire “notizie di reato”;

4. se le accuse dovessero essere confermate, può esistere comunque un sottobosco di individui – alcuni a volte molto vicini se non “fedelissimi” – che potrebbero non resistere a tentazioni di tornaconti personali, nonostante proclami in direzione opposta;

5. se le accuse dovessero essere confermate, potrebbero esserci persone che non si fanno scrupolo di nulla – neppure di rubare i soldi donati dalle vecchiette –, non temendo nessuna conseguenza per le loro azioni, nonostante uno sbandierato innalzamento del livello di controllo (e di conseguente rischio penale) su quelle stesse attività;

6. al saldo delle responsabilità penali di ciascuno, c’è un livello di incompetenza in termini finanziari e manageriali ai livelli alti della gerarchia e degli immediati sottoposti che si tramuta spesso in terreno fertile per possibili speculatori o faccendieri, che si palesano anche a distanza di anni (e di pontificati) sempre per interessi guarda caso economici e senza provare il benché minimo senso del pudore;

7. c’è molto da pregare per la Chiesa e per Papa Francesco, se anche nel pieno delle indagini c’è comunque qualcuno che possa sentirsi superiore alla legge, eventualmente architettando iniziative di depistaggio o “contrattando” con assoluta tranquillità “soluzioni alternative” rispetto alle questioni sotto inchiesta;

8. sarà molto difficile riconquistare la fiducia, nonostante i tanti martiri che in ogni angolo del mondo hanno effuso il proprio sangue e i numerosi che continuano a spendersi infaticabilmente per la diffusione del Vangelo;

9. Il nemico spesso è proprio dentro, dentro di noi sicuramente, e… “il diavolo entra sempre dal portafoglio” (cit. Papa Francesco).

Che vincano la giustizia e la verità.

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