"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

mercoledì 28 settembre 2011

In Indonesia altri 17 missionari Verbiti e il quarto sacerdote Camilliano

Domenica 25 settembre, nel seminario teologico dei Verbiti a Maumere, sull'isola di Flores, il Vescovo emerito Mons. Anton Pain Ratu, SVD, ha ordinato il quarto sacerdote Camilliano e 17 missionari Verbiti. La celebrazione, durata quasi cinque ore, ha visto 90 sacerdoti concelebranti ed ha avuto un momento particolarmente commovente quando i novelli sacerdoti hanno benedetto i loro genitori.

Secondo le informazioni inviate all'Agenzia Fides da p. Luigi Galvani, MI, il novello sacerdote Camilliano è uno dei giovani che inviati nelle Filippine, dieci anni fa, ha completato la formazione religiosa e teologica nel seminario teologico Camilliano di Manila. Con gli altri tre suoi compagni, ordinati negli ultimi due anni, è ora la "forza nuova" della missione Camilliana che da poco ha aperto un seminario sull'isola di Flores (vedi Fides 19/10/2009; 18/10/2010).

P. Ignasius appartiene ad una famiglia numerosa e proviene dalla regione montagnosa di Manggarai a Flores, isola che ha dato e continua a dare numerose vocazioni religiose e sacerdotali a vari istituti e diocesi. Egli svolgerà il suo impegno pastorale come formatore nel seminario Camilliano di Maumere, a Flores, la cui comunità è attualmente composta di 21 giovani candidati desiderosi di seguire il carisma di San Camillo e di estenderlo in futuro in altre isole (17 mila) di questo grande arcipelago asiatico.

Padre Galvani ricorda che i Camilliani sono il 35° istituto religioso giunto nella diocesi di Maumere. La loro presenza è stata bene accolta dalla Chiesa locale che si sente arricchita di un nuovo carisma: quello del servizio ai malati e della pastorale sanitaria. Con la presenza dei quattro sacerdoti locali e del nutrito gruppo di seminaristi, la nuova missione è stata recentemente eretta a delegazione della Provincia Camilliana Filippina, in considerazione della sua vitalità vocazionale e della volontà di contribuire all'espansione dell'Ordine in Asia e in altri paesi del mondo.

-Fides-

lunedì 26 settembre 2011

"Dove c'è Dio, là c'è futuro"... il gioviale viaggio di Benedetto XVI in terra natale

Non solo una lunga e articolata lectio magistralis del professor Ratzinger, ma soprattutto un insegnamento di vita e di fede – o meglio: di vita nella fede – da parte del successore dell’apostolo Pietro. La Germania ha vissuto quattro giorni con gli occhi puntati su papa Benedetto XVI, rientrato ieri sera a Roma, seguendolo nel suo intenso programma tra il parlamento di Berlino e gli incontri ecumenici, tra appuntamenti istituzionali e megaraduni con giovani e cattolici impegnati nel rinnovamento della Chiesa.

Il viaggio nella sua terra natia è stato molto di più di una visita pastorale: non solo per il carattere ufficiale, proprio di una visita di stato, quanto per la forte impronta impressa con una ricchezza di messaggi che sono andati ben al di là della forma protocollare e persino delle previsioni. Benedetto XVI ha fornito risposte al motto della visita – “Dove c’è Dio, là c’è futuro” – attraverso una successione di riflessioni che portano dritto proprio al fulcro di quel futuro.

Non ci si può esimere dal partire citando l’apprezzato discorso al parlamento di Berlino in cui è andato alla radice dei fondamenti dello stato e di una convivenza che abbia a cuore l’ecologia dell’uomo, attraverso la presa di coscienza che l’uomo stesso “possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”. Una base su cui costruire  quell’Europa con una propria identità e cultura cristiane, che non attinga solo al positivismo e che metta nella condizione di tornare a “vedere di nuovo la vastità del mondo”.

Ecco l’importanza della religione per fronteggiare quel relativismo della società che Benedetto XVI ha definito “relativismo subliminale” che invade ogni interstizio della vita. Un relativismo che esercita sempre di più “un influsso sulle relazioni umane e sulla società – ha rimarcato il papa -. Ciò trova espressione anche nell’incostanza e nella discontinuità di tante persone e in un eccessivo individualismo. Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrificio per altri. Anche l’impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner”.

Una diagnosi lucida sui malanni della società secolarizzata e che può trovare l’unico antidoto nella “comune speranza in Dio. Senza tale speranza la società perde la sua umanità”. Consapevolezza che il pontefice aveva già espresso nel consueto incontro in aereo con i giornalisti, sottolineando come si percepisca la crescente convinzione della necessità di una forza morale e della presenza di Dio nel nostro tempo. Una sfida che deve favorire ancor più il dialogo con le altre comunità religiose per il raggiungimento di un maturo ecumenismo che consenta di far fronte congiuntamente alle sfide delle società moderne.

Non a caso la fitta agenda del viaggio tedesco prevedeva incontri con le comunità ebraica e musulmana, con la le Chiese ortodosse e con quella evangelica. Diversi, ovviamente, gli approcci per la costruzione di un percorso comune: dal dialogo che “si sta approfondendo con l’ebraismo alla necessità di “impegnarsi costantemente per una migliore reciproca conoscenza e comprensione” con i musulmani “per una convivenza pacifica ma anche per l’apporto che ciascuno è in grado di dare per la costruzione del bene comune”; dall’impegno congiunto con i cristiani ortodossi ed ortodossi orientali per una “testimonianza pacifica per la comprensione e per la comunione tra i popoli” all’approccio di Martin Lutero relativamente alla “questione su Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell’intero suo cammino” perché ogni credente faccia propria la domanda del riformatore tedesco e si sia capaci di “testimoniare insieme la presenza del Dio vivente e con ciò dare al mondo la risposta di cui ha bisogno”.

Con una visione ben chiara: “come i martiri dell’epoca nazista ci hanno condotti gli uni verso gli altri e hanno suscitato la prima grande apertura ecumenica – ha detto il papa – così anche oggi la fede, vissuta a partire dall’intimo di se stessi, in un mondo secolarizzato, è la forza ecumenica più forte che ci ricongiunge, guidandoci verso l’unità nell’unico Signore”. La fede dunque, dono e frutto di una ricerca interiore che deve aprirsi agli altri in quanto è “sempre anche essenzialmente un credere insieme con gli altri” ha ricordato il pontefice, “molto concretamente devo la mia fede anche a coloro che mi sono vicini e che hanno creduto prima di me e credono insieme con me. Questo “con”, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa”.

La Chiesa, comunità di credenti e apparato istituzionale, rete di pesci buoni e di pesci cattivi, aveva sottolineato papa Benedetto sul volo per Berlino riflettendo sui crimini della pedofilia commessi da sacerdoti. Fatto sta che nell’ultimo anno si stima abbiano lasciato la Chiesa oltre 180mila fedeli tedeschi e gran parte delle responsabilità sarebbero da attribuire proprio allo scandalo pedofilia. Una scelta che papa Benedetto comprende, dettata dal dolore, dall’amarezza e dalla delusione verso una istituzione che dovrebbe fare della moralizzazione uno dei suoi punti di forza. Quei sentimenti di commozione e vicinanza papa Benedetto li ha espressi direttamente nell’incontro con cinque vittime di abusi avvenuti negli ambienti ecclesiastici.
Lontano dalle telecamere, per la quinta volta il papa  (dopo gli incontri a Washington, Sydney, Malta e Londra) ha voluto guardare negli occhi chi ha vissuto esperienze così drammatiche, assicurando l’impegno a promuovere misure efficaci per la tutela dei più giovani ma soprattutto testimoniare la sua comprensione e vicinanza.

Ecco allora anche qui la questione etica. Papa Benedetto aveva citato “l’auspicio di un sempre più intenso rinnovamento etico” nel telegramma inviato come di consueto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al momento di lasciare l’Italia alla volta della Germania. La stessa questione etica finisce per interessare anche la Chiesa che in un tempo di grande inquietudine e qualunquismo potrebbe e dovrebbe rappresentare un approdo sicuro. Ne consegue che “il rinnovamento della Chiesa può realizzarsi soltanto attraverso una fede rinnovata” e che è necessario porsi precisi quesiti sul proprio ruolo tra le sfide e i bisogni dell’oggi.

Rivedendo innanzitutto la sua missione e puntando a una “demondanizzazione”, solo così, “liberata dal suo fardello materiale e politico – ha detto il papa – la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero. Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell’adorazione di Dio e al servizio del prossimo”.

La rotta tracciata da papa Benedetto, nel suo ultimo giorno di visita in Germania, invita a vedere l’essenza dell’uomo, riflettendo su come la ricerca di un agnostico lo avvicini di più al Regno dei cieli che la routine di certi fedeli. Ma soprattutto il papa invita a “deporre tutto ciò che è soltanto tattica per cercare la piena sincerità, che non trascura né reprime alcunché della verità del nostro oggi, ma realizza la fede pienamente nell’oggi vivendola, appunto, totalmente nella sobrietà dell’oggi, portandola alla sua piena identità, togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità sono convenzioni ed abitudini”. Non una ritirata dal mondo moderno ma l’assunzione di un nuovo ruolo in quanto “una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini proprio anche nell’ambito sociale-caritativo, la particolare forza vitale della fede cristiana”.

Papa Benedetto è così rientrato dal suo ventunesimo viaggio internazionale con un complesso carico di obiettivi per il futuro della Chiesa, lasciando dietro di sé una scia di commenti positivi, non ultime le parole di apprezzamento del capo di Stato Napolitano che esprime come “nei messaggi di singolare ricchezza e profondità che hanno caratterizzato la sua missione in terra tedesca ho colto insegnamenti ai quali mi sento particolarmente vicino, sulla politica come impegno per la giustizia e sulla nascita del patrimonio culturale dell’Europa”.

Elisabetta Lo Iacono

venerdì 23 settembre 2011

Nella Diocesi di Bari-Bitonto, chiese aperte per la seconda edizione di "Notti Sacre"

Si apre domani sera la seconda edizione di Notti Sacre, la rassegna di arte, musica, pensiero, preghiera e spettacolo nelle chiese di Bari Vecchia che andrà avanti sino al 2 ottobre.
 
A inaugurare la manifestazione sarà l’Orchestra e coro del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, in Cattedrale alle 21. Musiche di Johann Sebastian Bach, Francis Poulenc e Nino Rota. Dirige il Maestro Nicola Scardicchio, allievo di Rota ed esperto della sua musica, nonché membro del comitato scientifico della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, custode dell’Archivio del compositore milanese.

Alle 23 la chiesa di Sant’Anna ospiterà un evento molto suggestivo: la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci. I canti che accompagneranno la liturgia saranno eseguiti dal coro diocesano.


Alle 19 al Museo Diocesano “Culti mediterranei della città vecchia di Bari fra corti e chiese”, conferenza con Nino Lavermicocca, archeologo medievista, e Domenico Lassandro, direttore del dipartimento di Studi classici e cristiani dell’Università di Bari. 

A seguire, verrà inaugurata la mostra di dipinti di Nunzio Giorgio “Invito a corte. Itinerario delle corti della città vecchia”. Sarà possibile visitarla fino al 2 ottobre dalle 19 alle 22.

Non solo musica ed incontri in rassegna, tutte le sere per otto giorni, ma anche una serata speciale con Roberta Arinci e la sua danza sacra indiana, proprio il 2 ottobre, giorno di celebrazione in India della nascita del Mahatma Gandhi.

Tra gli appuntamenti fissi per tutta la settimana ci sarà l'Adorazione Eucaristica in Sant'Anna, che ospiterà anche la Messa di mezzanotte sabato 24 settembre, e le mostre d’arte contemporanea con Alba Amoroso nel Foyer del Teatro Petruzzelli (I battiti dell’arte nel cuore della città) e con gli allievi dell’Accademia delle Belle Arti al Fortino (La città ideale).

Novità di rilievo, Notti sacre 2011 sarà accompagnata da una lotteria che metterà in palio il premio unico di una Fiat Panda. I biglietti, 5 euro l’uno, si possono trovare insieme al regolamento presso gli uffici dell’Arcidiocesi, l’Auditorium Vallisa, la Parrocchia Cattedrale, la Libreria San Paolo e la Concessionaria Millenia del Gruppo Maldarizzi. L’estrazione finale si terrà il 2 ottobre in Cattedrale, in occasione del concerto conclusivo dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari diretta dal maestro Rino Marrone. 

I fondi raccolti con la lotteria sono destinati al finanziamento degli spettacoli e degli incontri della rassegna Notti sacre 2011 e di altre iniziative culturali promosse dall'Arcidiocesi nelle Chiese di Bari vecchia.

Per ulteriori informazioni su Notti Sacre 2011: QUI

giovedì 22 settembre 2011

Dal prossimo Avvento, nel Regno Unito entra in uso la nuova traduzione inglese del Messale Romano

Domenica pomeriggio sono state ufficialmente presentate a Londra le prime due copie della nuova traduzione inglese del Messale Romano che entrerà in uso nella Chiesa del Regno Unito a partire dal prossimo Avvento.

Si tratta di due messali d’altare che sono stati consegnati al presidente della Conferenza episcopale inglese e gallese mons. Vincent Nichols e a mons. Arthur Roche, presidente del Dipartimento episcopale per la vita cristiana e il culto e della Commissione internazionale per l’inglese nella Liturgia (Icel). 

L’occasione è stata la solenne Messa di ringraziamento celebrata nel pomeriggio di domenica nella cattedrale di Westminster per il primo anniversario del viaggio apostolico di Benedetto XVI nel Regno Unito, a cui hanno partecipato tutti i vescovi ed i seminaristi locali, insieme ad alcuni rappresentanti della Chiesa anglicana e del Governo.

Uno dei due volumi, avvolti in un’elegante custodia di velluto rosso, è stato usato da mons. Nichols per la celebrazione. Durante la cerimonia l’arcivescovo di Westminster ha vivamente ringraziato i responsabili del Catholic Truth Society (Cts) che ne ha curato la pubblicazione, affermando che il nuovo Messale una grande importanza per la vita della Chiesa nel Regno Unito. Il Segretario generale della Cts Fergan Martin ha dichiarato, da parte sua, che questa impresa editoriale è stata una grande soddisfazione e piacere per la casa editrice.

La nuova traduzione inglese del Messale Romano ha richiesto otto anni di intenso un lavoro, a cui Benedetto XVI aveva dato un forte incoraggiamento durante la sua visita nel Regno Unito, esprimendo parole di grande apprezzamento per l’impegno profuso in questa impresa. Come auspicato dal Santo Padre, l’introduzione dei nuovi testi è stata un’importante occasione di catechesi per la Chiesa locale.

I cambiamenti più importanti sono quelli che riguardano le parole per la Confessione dei peccati, quelle del Gloria, del Credo e del Santo. (RV, L.Z.)

Per conoscere l'iter che ha portato alla nuova traduzione: Comunicati Stampa del Comitato Vox Clara (Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti): QUI

martedì 20 settembre 2011

11 mila fedeli in pellegrinaggio a Lourdes per il raduno nazionale dell'Unitalsi

Saranno circa 11mila i pellegrini che prenderanno parte al tradizionale Pellegrinaggio Nazionale Unitalsi a Lourdes che partirà domenica 25 settembre e terminerà domenica 2 ottobre. 

L’Unitalsi si raccoglierà a Lourdes da ogni Regione d’Italia con 15 treni e 11 aerei. A guidare il pellegrinaggio per la prima volta come responsabile nazionale sarà l’assistente ecclesiastico mons. Luigi Marrucci, vescovo di Civitavecchia e Tarquinia. 

A Lourdes, giovedì 29 settembre, si terrà anche il consueto Convegno Sanitario, dal tema: “Il vissuto della malattia: sapere di non poter guarire”. “Il pellegrinaggio Nazionale – si legge in un comunicato diffuso oggi - sarà anche l’occasione per presentare i progetti presenti e futuri dell’associazione, ma soprattutto è il momento dove tutta l’Unitalsi torna alle origini del suo carisma per trarne forza e vivere e sostenere i problemi e le difficoltà dei più bisognosi. 

Per questo, negli ultimi anni, l’Unitalsi ha allestito, all’interno del Santuario Notre Dame de Lourdes, uno spazio definito La Città dei Progetti. All’interno di quest’area saranno allestiti alcuni stand per ogni progetto: i pellegrinaggi, i progetti di associazionismo, l’angolo di Ippocrate, i giovani in cammino e il Servizio Civile, in ognuno degli stand saranno illustrate tutte le novità promosse dall’associazione”.

lunedì 19 settembre 2011

In Angola il primo Congresso nazionale delle Famiglie

Cinque giorni per riflettere sull’importanza della famiglia e su come difenderla, di fronte alle sfide dell’età contemporanea: sarà questo l’obiettivo del primo Congresso Nazionale delle Famiglie, organizzato dalla Conferenza episcopale di Angola e São Tomé (Ceast). 

L’evento avrà luogo dal 21 al 25 settembre, nella città di Huambo, e vedrà la partecipazione di numerosi rappresentanti diocesani provenienti da tutto il Paese. Il tema dell’evento sarà “La famiglia e il matrimonio”, mentre sessioni specifiche di lavoro verranno dedicate all’analisi dello status della famiglia, ai fondamenti biblici del matrimonio e all’esame dell’unione coniugale secondo le diverse confessioni religiose e le prospettive del Diritto canonico. 

Altri argomenti in agenda sono il rapporto tra la donna e la maternità, le politiche sulla famiglia sia a livello nazionale che internazionale, la spiritualità del nucleo familiare cristiano e la partecipazione della famiglia alla missione della Chiesa. Da ricordare che nel 2009, durante il suo viaggio apostolico in Angola, Benedetto XVI ribadì più volte la necessità di difendere e promuovere la famiglia: in particolare, il 20 marzo, incontrando a Luanda le autorità politiche, il Papa indicò proprio nella famiglia il fondamento su cui costruire l’edificio sociale. 

La famiglia, disse, è il “dono comune che l’Africa offre a quanti provengono da altri continenti”. Sempre in quell’occasione, il Santo Padre non mancò di sottolineare le “numerose pressioni” che “si abbattono sulle famiglie: ansia e umiliazione causate dalla povertà, disoccupazione, malattia, esilio”, così come “il giogo opprimente della discriminazione sulle donne e ragazze” e la "pratica della violenza e dello sfruttamento sessuale che causa loro tante umiliazioni e traumi”. 

Poi, Benedetto XVI aggiunse: “Quanto amara è l'ironia di coloro che promuovono l'aborto tra le cure della salute "materna"! Quanto sconcertante la tesi di coloro secondo i quali la soppressione della vita sarebbe una questione di salute riproduttiva”. Infine, il Papa ricordò l’operato della Chiesa a favore dei più poveri: “Essa – assicurò - continuerà a fare tutto ciò che le è possibile per sostenere le famiglie, comprese quelle colpite dai tragici effetti dell'Aids e per promuovere l’uguale dignità di donne e uomini sulla base di un'armoniosa complementarità”.

Isabellla Piro (RV)

venerdì 16 settembre 2011

La Chiesa italiana e la Caritas in soccorso del Corno d'Africa, dove è in atto una tragedia umanitaria (dimenticata)

Per domenica 18 settembre 2011 la Conferenza episcopale italiana ha indetto una raccolta straordinaria in tutte le chiese d’Italia a sostegno delle iniziative di solidarietà della Caritas italiana, da mesi mobilitata nel Corno d’Africa e nei Paesi limitrofi colpiti da siccità e carestia. Secondo Abba Agos Hayish, segretario generale dell’Ethiopic Catholic Secretariat (Caritas Etiopia), la carestia rischia già di essere “una grande tragedia dimenticata”. 

“Gli aiuti sono arrivati dopo l’appello che abbiamo lanciato, soprattutto dalla rete delle Caritas. Il problema non è la quantità, ma la tempestività con cui giungono le risorse. Un ritardo, in questo momento, può essere fatale per interi villaggi”.

Alla vigilia della colletta, Caritas italiana ricorda l’urgenza della solidarietà verso i milioni di vittime di questa emergenza; “una catastrofe ambientale che, trascurata alle prime avvisaglie, si sta estendendo ad altre aree della regione”. Sono più di 13 milioni le persone colpite soprattutto in Somalia, Kenya, Etiopia e sono 750.000 le persone a rischio di morte nei prossimi quattro mesi.

Continua l’afflusso di profughi dalla Somalia in Kenya e Etiopia, dove nelle ultime settimane si sono riversati anche 20.000 rifugiati dal Sud Sudan in fuga dai conflitti scoppiati in alcune aree del Paese. 

Caritas italiana ha inviato finora 700.000 euro per sostenere le azioni delle Caritas nei Paesi colpiti. Ha lanciato inoltre la campagna di sensibilizzazione “Fame di pane e di futuro” mettendo a disposizione delle Caritas diocesane strumenti per l’approfondimento e l’animazione. 

Le somme raccolte nella colletta di domenica saranno utilizzate per tutte le vittime della siccità soprattutto in Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti, Eritrea e anche in Sud Sudan, Uganda, Tanzania. In Kenya ed Etiopia l’ambito principale di azione è l’aiuto alimentare con la distribuzione di razioni alimentari e l’assistenza nutrizionale e sanitaria a persone vulnerabili. Per l’immediato futuro è necessario agire sulla conservazione dell’acqua e dare sostegno alla ripresa dell’allevamento e dell’agricoltura. 

Per quanto riguarda la Somalia, Caritas italiana sostiene, pur nella precarietà della situazione politica, le attività di Caritas Somalia in varie zone del Paese: distribuzione di viveri a favore di 515 famiglie particolarmente colpite nelle zone circostanti la città di Brava, viveri ed aiuti d’urgenza anche nel Basso Giuba, a favore di 2730 bambini sotto i 5 anni, 945 donne incinte o che allattano, 670 anziani. 

È prevista anche la costruzione di un ambulatorio nella zona di Boqoley e la distribuzione di aiuti in circa 8 campi profughi a Mogadiscio. 

-SIR-

giovedì 15 settembre 2011

In Cina il costante pellegrinaggio di migliaia di pellegrini per adorare la Croce del Monte Pao Wo

Ogni anno la solennità dell’Esaltazione della Santa Croce e la festa della Beata Vergine Maria Addolorata, che ricorrono rispettivamente il 14 e il 15 settembre, richiamano presso il Santuario cinese della Croce sul Monte di Pao Wo migliaia di fedeli.

Quest’anno non si è fatta eccezione: i pellegrini hanno iniziato ad affluire alle 4 del mattino di ieri, nonostante la pioggia battente, e il flusso continua tutt’ora. Il santuario, soprannominato “il Calvario d’Oriente”, si trova nel distretto di Men Xian della diocesi di Zhou Zhi, provincia dello Shaan Xi, nella Cina continentale e se in passato era meta di pellegrinaggi solo per i fedeli del nord, ormai è raggiunto da credenti originari di tutto il Paese.

Il Santuario, riferisce l'agenzia Fides, è stato voluto da un sacerdote cinese chiamato Carlo Liu, che aveva studiato ed era stato ordinato a Napoli e che nel 1717 chiese a Papa Pio VI di concedere all’immenso gregge cinese il dono di un santuario.

Il Pontefice approvò e decise che questo sarebbe stato dedicato alla Santa Croce. Il prete, tornato in patria, costruì nel luogo prescelto tre chiese: una per San Giuseppe, una in onore della Madonna e una per la Santa Croce, terminate nel 1777.

Dal 2002, infine, la Santa Sede ha confermato la concessione in forma permanente dell’indulgenza a chi vi si reca in pellegrinaggio a maggio, mese in cui ricorre il ritrovamento della Croce, e a settembre.

mercoledì 14 settembre 2011

A Verona il primo Festival della Dottrina Sociale, con i giovani protagonisti

Dal 16 al 18 settembre si svolgerà a Verona il I Festival della Dottrina Sociale, un'iniziativa nata "dall'intreccio relazionale dei soggetti promotori e dai numerosi confronti con le molte persone che vivono la loro attività lavorativa con serietà e onestà", come scrivono gli organizzatori.

L'intento è di "evidenziare idee, azioni e persone che rischiano di stare dentro le cose per costruire un futuro positivo".

Perché un festival? - "La parola festival è di solito abbinata a tematiche di spettacolo molto popolari. L'abbiamo scelta volutamente perché vogliamo portare in piazza il patrimonio della Dottrina Sociale e non lasciarlo al chiuso delle stanze di chi la conosce già. La Dottrina Sociale è stata concepita per essere un lievito, non può stare separata dalla farina della vita quotidiana".

E la Dottrina Sociale?
- "La Dottrina Sociale è il nostro punto di riferimento condiviso - aggiungono -. Essa esprime un pensiero sull'uomo, sulla società e sull'attività umana. Formula un pensiero vero che coniuga ragione e fede. In forza della verità in essa contenuta fa crescere l'azione sui sentieri della giustizia e della pace, motiva all'azione, orienta al bene.
Trasmette il fascino della passione per la sperimentazione di cose nuove che, innestate nella continuità di una tradizione e di una storia, favoriscono lo sviluppo dei singoli e dell'umanità nel rispetto dell'originaria dignità".


Cosa possono fare i giovani?
- "I giovani saranno i protagonisti del Festival in tutte le sue fasi, dalle conferenze in Fiera fino ai momenti culturali e ludici nel centro di Verona. Ai giovani sarà data la responsabilità di interloquire in maniera diretta con esponenti del mondo culturale, economico, politico e sindacale del Paese sui grandi temi della nostra attualità.
Partecipare è un'occasione da non perdere per poter costruire un futuro improntato sul bene comune e sostenuto dalle solide fondamenta della Dottrina Sociale della Chiesa. Insieme ai propri genitori e dirigenti scolastici, i giovani testimonieranno la loro volontà di far parte della comunità educante, in cammino con gli adulti e i propri coetanei, che cresce e si apre alla società".

Auguri!
Per ulteriori informazioni sull'iniziativa e sul programma: http://www.festivaldsc.it/

lunedì 12 settembre 2011

A Colle don Bosco e Torino Valdocco il raduno dei giovani salesiani per l'Harambée 2011

Da sabato 24 a domenica 25 settembre, più di 400 giovani provenienti da tutta Italia si ritroveranno al Colel don Bosco (Torino) attorno al Rettore Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva e ai membri dell’Europa salesiana per l’Harambée 2011, una due giorni per celebrare con gioia il loro impegno ad essere testimoni del Vangelo nel mondo.

Il Rettor Maggiore consegnerà  i crocifissi missionari ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ad altri membri della Famiglia Salesiana e ai volontari laici che hanno deciso di donare uno, due anni o l'intera vita a servizio dello sviluppo umano e dell’annuncio del Vangelo nei Paesi poveri. 

Ancora oggi i figli e le figlie di Don Bosco vivono la propria disponibilità di spirito lasciandosi invadere dalla vita dei poveri, dalla loro sensibilità, per essere lievito e nello stesso tempo “pane” per tutti quei giovani che avvicineranno nella loro quotidianità.

Per il programma dettagliato della due giorni: Harambée 2011  

giovedì 8 settembre 2011

Una radio per la Diocesi di San Cristóbal, in Messico

Si chiama “Radio Tepeyac”, come il colle messicano sul quale, secondo la tradizione, nel 1531 apparve la Vergine di Guadalupe, Patrona dell’America Latina. È l’emittente radiofonica lanciata dalla diocesi di San Cristóbal de Las Casas ed ascoltabile in streaming sul sito Internet www.radiotepeyac.com.

Le trasmissioni, iniziate ufficialmente il 1° settembre, sono state promosse dal vescovo della città, mons. Felipe Arizmendi Esquivel, con l’obiettivo di facilitare l’evangelizzazione, sulla scia dell’appellativo della Vergine di Guadalupe, “Stella dell’Evangelizzazione”.

I programmi vanno in onda dalle sei di mattina alle dieci di sera ed offrono riflessioni sulla Parola di Dio, momenti di preghiera, approfondimenti sul catechismo e la Dottrina sociale della Chiesa, speciali riservati al Sinodo diocesano e meditazioni sulla liturgia e la mariologia. Ogni giorno, inoltre, viene trasmessa la Santa Messa ed è disponibile un ‘contenitore’ di musica sia classica che religiosa.

Ma l’attualità non viene certo trascurata: alla luce delle Sacre Scritture e del Magistero pontificio, “Radio Tepeyac” affronta anche temi come il ruolo delle donne nella società o la questione sanitaria.

A realizzare e condurre i programmi sono operatori laici volontari che vogliono condividere il messaggio di salvezza del Vangelo. Pur non essendo l’emittente ufficiale della diocesi, la radio ha comunque la supervisione dei vescovi, dei sacerdoti e dei religiosi che a volte intervengono anche in trasmissione. Oltre all’ascolto in streaming, è disponibile anche una chat attraverso la quale gli ascoltatori possono inviare messaggi, domande, opinioni e suggerimenti.

Il progetto, comunque, è solo all’inizio: in futuro, si pensa a rendere possibile l’ascolto anche in Fm per raggiungere i fedeli che non possono collegarsi ad Internet. Continua, quindi, ad ampliarsi il panorama radiofonico cattolico on line dell’America Latina: basti ricordare, ad esempio, che già a luglio del 2010 l’arcidiocesi di Quito aveva lanciato la propria radio in streaming su web.

-RV-

martedì 6 settembre 2011

Le Missioni del Movimento di Vita Cristiana: 25 ragazzi impegnati in un campo di lavoro in Perù

Per tre settimane, nel mese di luglio, 25 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 18 anni hanno partecipato ad un campo di lavoro in Perù, facendo un'esperienza missionaria insieme al Movimento di Vita Cristiana, un'associazione internazionale nata in Perù nel 1985 per iniziativa di giovani universitari che si caratterizza per la solidarietà verso i poveri e i malati.

In zone di estrema povertà. Nel 2006 Missioni MVC sbarca in Italia su iniziativa di Fernando Lozada; da allora fino ad oggi, durante i mesi estivi hanno partecipato alle opere di volontariato in Perù più di 100 ragazzi (italiani soprattutto, ma anche spagnoli e svizzeri). 

Quest'anno è partito per 20 giorni un gruppo formato da 25 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 18 anni. Durante la prima settimana di lavoro, dal 4 all'8 luglio, il gruppo ha lavorato nell'Asentamiento Humano di Pamplona Alta, una favela a sud della città di Lima. È una zona di povertà estrema, priva di servizi di base come l'acqua e la luce, dalla conformazione aspra, a causa del clima umido e del terreno scosceso. Qui, il gruppo ha costruito una scala di più di cento gradini, che oltre facilitare la circolazione delle persone che devono salire in alto per arrivare alle case (prima c'era solo un sentiero sul quale la gente si inerpicava senza scarpe, con i bimbi in braccio, in mezzo a fanghiglia mista a letame), ottempera a uno dei requisiti che il Comune di Lima esige per normalizzare la situazione di questa zona, occupata dagli anni sessanta da famiglie arrivate dalle montagne per costruirsi un futuro migliore nella capitale.

La seconda settimana.
Un futuro che non si è mai materializzato, visto che la condanna quotidiana di queste famiglie è arrivare a fine giornata, avendo mangiato almeno una volta, riuscire a proteggersi dal freddo e avere in qualche modo cura della propria salute, viste le precarie condizioni igieniche; centinaia di migliaia di persone vivono qui, e chi lavora tira avanti facendo mestieri umili e malpagati. Durante la seconda settimana i ragazzi hanno condiviso la vita di tutti i giorni dei bambini con distrofia muscolare ed altre disabilità nella scuola La Alegría del Señor.

Un momento fondamentale della giornata era dar da mangiare ai bambini che non sono in grado di mangiare da soli: un'esperienza di incontro con la fragilità umana che si è rivelata sconvolgente, per dei ragazzi abituati a una vita di agi e sicurezza e che per la prima volta si trovavano a toccare con mano la miseria e la sofferenza altrui.  "Una sola ora con quei bambini è stata sufficiente a cambiare il mio modo di guardare alle cose  -  racconta un ragazzo. -  Ho capito che non sarei stato più lo stesso di prima".

La terza settimana. E' stata dedicata alla costruzione di case prefabbricate per i terremotati, che si attendevano dal lontano 2007. Si lavorava nel paesino di Santa Barbara, a Cañete, a poco più di un'ora in macchina a sud di Lima, dalla mattina presto fino a che non c'era più luce per poter andare avanti. Il gruppo ha eretto otto case per altrettante  famiglie che prima vivevano in ripari di fortuna.

Coinvolte tutte le famiglie, con il padre che piantava chiodi, la madre che offriva frutta e bevande, i bambini che tra giochi e scherzi passavano gli attrezzi ai volontari. Oltre l'aspetto del volontariato, i ragazzi hanno potuto approfittare del weekend per conoscere la città di Cuzco e la splendida Macchu Picchu.

Il prossimo anno. Per il prossimo anno sono in programma tre spedizioni: un viaggio di solidarietà per ragazzi e ragazze tra i 15 e i 18 anni, un viaggio missionario per universitari, un viaggio di solidarietà per adulti.

"E' stata una esperienza molto positiva: per la prima volta nella vita ho avuto la sensazione di fare qualcosa di utile per gli altri", racconta Elisa, 15 anni. - La cosa che mi ha più colpito è la povertà assoluta, mai vista prima, inimmaginabile, e la solidarietà fra queste persone e nei nostri confronti: anche se da mangiare avevano solo un pezzo di pane, lo offrivano ed erano pronti a condividerlo".

"Aiutare queste persone nel bisogno, costruire le loro case è stato motivo di grande fierezza  -  racconta Benedetta, 16 anni. - E' un'esperienza che vorrei ripetere, non per la gratificazione personale, ma perché mi ha permesso di capire meglio altri aspetti della vita".

-Repubblica-
 
Per ulteriori informazioni sulle Missioni del Movimento di Vita Cristiana: http://www.missionimvc.com/

venerdì 2 settembre 2011

In Nepal 30 nuovi battesimi e prima comunione nella festa dell'Assunta

Lo scorso 15 agosto, 30 bambini hanno ricevuto battesimo e prima comunione nella cattedrale dell’Assunzione di Kathmandu (Nepal).

Secondo i leader cattolici locali, si tratta della più numerosa celebrazione battesimale dopo la caduta della monarchia indù nel 2006. Fra i battezzati anche cinque africani, giunti insieme con i genitori emigrati per lavoro.

Per festeggiare l’evento, la Diocesi ha organizzato una rassegna di canti tradizionali e offerto uno speciale banchetto di ringraziamento nei locali della cattedrale.

Mons. Anthony Sharma, vescovo di Kathmandu, ha sottolineato ai piccoli catecumeni l’importanza del battesimo e della comunione nel giorno dell’assunzione al cielo della Vergine, invitandoli a seguire l’esempio di Maria.

“Prego – ha affermato il presule citato da AsiaNews – affinché tutti voi possiate imitare la Madonna e diventare veri discepoli di Gesù e promotori del cattolicesimo attraverso la sua intercessione”.

Dal 2006, con la caduta della monarchia di stampo indù e la proclamazione dello Stato laico, i cristiani nepalesi godono di una maggiore libertà di culto e di espressione nella società. Da anni, il numero dei cristiani è in costante crescita ed è oggi stimato intorno ai due milioni.

Anche la piccola comunità cattolica ha registrato un costante aumento dei fedeli, che a tutt’oggi sono circa novemila. La Chiesa cattolica è attiva nel campo dell’educazione e gestisce 31 istituti scolastici, otto nella sola Kathmandu. Nell’impegno educativo sono coinvolti 65 sacerdoti, 17 religiosi e oltre 160 suore.

-RV-

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