"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

mercoledì 17 ottobre 2012

Benedetto XVI: l'Europa avrà futuro perché Dio non scompare mai

Dio si può dimenticare, lo si può mettere da parte, ma "non scompare mai" perché ciascun uomo ha inscritto nel profondo del proprio animo il desiderio e la ricerca del suo Creatore. È questo uno dei motivi per cui Benedetto XVI nutre ancora una "grande speranza" per l'Europa, nonostante i continui attacchi alla dignità umana, e la diffusa volontà di cancellarne le radici cristiane. Lo ha confidato rispondendo ad una intervista rilasciata per il film "Bells of Europe - Campane d'Europa", un documentario che raccoglie testimonianze delle maggiori personalità religiose cristiane, presentato in anteprima ai padri sinodali.

Un secondo motivo di speranza è dato dalla verità dell'annuncio evangelico, che in quanto tale "non si consuma mai", non invecchia e ogni volta riappare con "tutta la sua novità" dando risposta "alle esigenze del cuore e della ragione umana". C'è poi un dato "empirico" - confida il Papa - e riguarda l'inquietudine che nutrono i giovani di fronte ad un mondo "vuoto", "finito", che fortunatamente contrastano con la riscoperta "della bellezza del cristianesimo" in tutta la sua profondità e radicalità. In fondo il cristianesimo "è vero, e la verità ha sempre un futuro".

È fuori di dubbio che l'Europa debba in ogni caso "trovare ancora la sua piena identità per poter parlare e agire secondo la sua responsabilità". Oggi invece si incontra con una sorta di sdoppiamento. Da una parte, un'anima "che intende dominare tutto perché si sente sopra tutte le culture", predicando un'"astratta razionalità" e che vuole "emanciparsi da tutte le tradizioni, dalla storia stessa" - come ben dimostra la prima sentenza di Strasburgo sul Crocifisso. Dall'altra, un'anima propriamente "cristiana" che del continente ne è stata l'origine, costruendolo "nei grandi valori, nelle grandi intuizioni, nella visione della fede cristiana".

La sfida è quella di trovare un punto comune, una "sintesi" tra queste due anime, perché soltanto "una ragione che ha un'identità storica e morale può anche parlare con gli altri", creare interculturalità e portare così ad un nuovo umanesimo.

Giovanni Tridente

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