
I 33 minatori cileni rimasti prigionieri nella miniera di San José a Capiapò a seguito di uno sfortunato crollo, hanno infatti chiesto un crocifisso, immaginette religiose e statuine dei Santi cui sono devoti per poter allestire nel loro rifugio un piccolo santuario dove riunirsi a pregare.
Dovranno restare rinchiusi nelle viscere della terra per almeno altri due mesi prima di rivedere la luce, ma i giovani lavoratori non perdono la speranza e si affidano alle "cure" amorevoli dei loro intercessori favoriti, con lo sguardo rivolto al Cristo morto in croce, come ad offrire con lui le loro sofferenze.
Collegati alla superfice attraverso un tubo di appena 10 centimetri di diametro, vengono monitorati giorno e notte. Intanto a loro e alle rispettive famiglie è giunto la solidarietà e il conforto della Chiesa cilena e di quella Universale, attraverso la paterna vicinanza del Santo Padre Benedetto XVI.
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