"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

giovedì 23 settembre 2010

Chiara "Luce" Badano, una giovane

Chiara "Luce" Badano
Una partita di tennis quando aveva 17 anni è stato l'evento che ha cambiato radicalmente la vita di Chiara Badano (1971 – 1990). Iniziò a sentire dei forti dolori. Era l'inizio della malattia che alcuni mesi dopo l'avrebbe portata alla morte. “Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch'io!”, erano le parole che ripeteva durante la sua agonia.

Chiara apparteneva al Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich nel 1943. Sarà beatificata questo sabato alle 16.00 nel Santuario del Divino Amore di Roma in una cerimonia presieduta da monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in rappresentanza di Papa Benedetto XVI.

Lo stesso giorno, alle 20.30, migliaia di membri dei Focolari si riuniranno nell'Aula Paolo VI del Vaticano per festeggiare l'elevazione agli altari della prima dei loro membri. Domenica, alle 10.30, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, officerà una Messa di rendimento di grazie nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura.

Chiara: la gioia della casa

Dopo 11 anni di matrimonio, Ruggero e Maria Teresa Badano videro realizzato il loro sogno con l'arrivo della prima e unica figlia: Chiara, nata il 29 ottobre 1971 a Sassello, in Liguria.

“Non era solo figlia nostra. Era prima di tutto di Dio, e come tale dovevamo educarla, rispettando la sua libertà”, ha testimoniato la madre in un video che si può visionare sulla pagina ufficiale della beatificazione, http://www.chiaralucebadano.it/.

Nel 1981 conobbe il Movimento dei Focolari grazie all'amica Chicca, che la invitò a far parte del movimento GEN (Generazione nuova). “Metteva Gesù al primo posto. Lo chiamava 'il mio sposo'”, ha detto Maria Grazia Magrini, vicepostulatrice della causa di Chiara Badano.

A Chiara piaceva cantare, ballare, giocare a tennis e pattinare. Amava la montagna e il mare e “cercava di andare a Messa ogni giorno”, ha detto Maria Grazia.

Un giorno, mentre giocava a tennis, sentì un dolore molto forte. “E' tornata a casa molto pallida e ha salito le scale”, ha detto la madre. “Come mai sei tornata, Chiara?”, le chiese. “Durante la partita ho accusato un dolore così forte alla spalla che mi è caduta la racchetta”, rispose la ragazza.

I dolori peggioravano. Una TAC diede il risultato più temuto: un osteosarcoma. La madre ricorda ancora quando arrivò a casa dopo la prima seduta di chemioterapia. Non voleva parlare. “La guardavo e vedevo dall’espressione del suo volto tutta la lotta che stava combattendo dentro di sé per dire il suo sì a Gesù”. Dopo 25 minuti disse alla madre: “Ora puoi parlare”.

Chiara venne sottoposta a un'operazione che non ebbe esito, e da allora perse l'uso delle gambe. Secondo la sua vicepostulatrice, questa giovane sportiva, nonostante il momento doloroso, esclamò: “Se dovessi scegliere tra camminare e andare in paradiso, non avrei dubbi, sceglierei il paradiso”.

In quel periodo strinse una forte amicizia con Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, che decise di chiamarla Chiara “Luce” Badano.

Trascorsero così vari mesi di agonia che aiutarono Chiara a prepararsi al suo incontro con Gesù. “I momenti piu belli sono stati quelli della sua ultima estate”, ha testimoniato la sua amica Chicca. “Era ormai immobile nel letto”, ha ricordato.

“Non piangeva, non si lamentava e guardava sul comodino un'immagine di Gesù”, ha commentato la mamma.

Chicca ha riferito che la ragazza volle preparare il suo funerale: i canti della Messa, il vestito e la pettinatura: “Tutto per Lei era una festa. Mi disse che desiderava essere sepolta con un abito bianco come una sposa che va da Gesù”.

Fece quindi un'ultima esortazione alla madre: “Quando mi vestirai dovrai ripetere per tre volte: ora Chiara vede Gesù”.

Chiara chiese che le sue cornee venissero donate a due giovani. Morì il 7 ottobre 1990. Le ultime parole che disse alla mamma furono “Sii felice, perché io lo sono”.

(Carmen Elena Villa, Zenit)

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