“La famiglia cristiana è stata da sempre la prima via di trasmissione della fede e anche oggi ha grandi possibilità di evangelizzazione”. E’ una delle affermazioni-cardine, ispirate dal Magistero pontificio, con le quali il cardinale Ennio Antonelli ha aperto a Roma il Congresso internazionale promosso dal suo dicastero sul tema della famiglia come protagonista di specifiche azioni pasrtorali.
Dibattiti e testimonianze si protrarranno fino a sabato prossimo, quando l’ultimo atto del Congresso si terrà nella Basilica Vaticana con la “Veglia della vita nascente” presieduta da Benedetto XVI.
Sessantasei esperienze giunte dai quattro angoli del pianeta per raccontare come oggi la famiglia è e può essere protagonista di una fede che cambia i cuori e la società. Sono quelle, su un totale delle 187 ricevute, che il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha selezionato nel corso di un anno, dopo aver chiesto a tutti gli episcopati di raccogliere e di segnalare le più significative.
Con questi numeri, il cardinale Antonelli ha introdotto il lavori di un Congresso che – ha affermato davanti alla platea dei 200 partecipanti – nelle intenzioni del dicastero rappresenta “l’inaugurazione ufficiale di un processo permanente di comunicazione delle esperienze e delle testimonianze di pastorale familiare”. “Vorremmo attivare – ha spiegato – un processo continuato nel tempo di raccolta e messa in circolazione, dopo adeguato discernimento, delle esperienze che sono ritenute più rilevanti e più idonee a ispirare e stimolare altre nuove esperienze”.
Questo perché, ha soggiunto rievocando un’idea di Benedetto XVI, “le esperienze parlano con il linguaggio dei fatti e sono più persuasive delle idee, perché non indicano solo ciò che si deve fare, ma anche ciò che con l’aiuto di Dio è possibile fare”.
Mamme, papà e figli di varie espressioni ecclesiali, Azione Cattolica, Movimento dei Focolari, Neocatecumenali e altri, si sono alternati al microfono per raccontare in che modo il cristianesimo ha dato un’anima alla loro famiglia.
Educazione dei bambini e degli adolescenti, preparazione dei fidanzati all’amore e al matrimonio, adozioni e volontariato, impegno politico e culturale: l’universo della famiglia cristiana sarà analizzato in ogni aspetto e irrobustito volta per volta dal peso di testimonianze esemplari per “creatività” e fede. E tuttavia, ha precisato il cardinale Antonelli, “non si tratta solo di esemplarità dei buoni cristiani, ma di sacramentalità ecclesiale; non solo di buon uso della libertà umana, ma di accoglienza della grazia divina; non solo di amore cristiano, ma dell’amore stesso di Cristo, accolto, portato e manifestato a tutti”.
Per arrivare a questo grado di responsabilità delle famiglie, ha proseguito il porporato, è necessario allora sviluppare una “pastorale della verità”, incentrata sull’importanza e la bellezza dell’annuncio cristiano, una “pastorale della santità”, attinente alla formazione di singoli e di comunità ecclesiali che evitino, ha detto, “di accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalista e di una religiosità superficiale”, e di una “pastorale della misericordia”, fatta di apertura al dialogo, promozione dello sviluppo integrale dell’uomo, dei diritti umani, della famiglia, della società bene ordinata, fino all’elaborazione di forme concrete di impegno sociale.
Sessantasei esperienze giunte dai quattro angoli del pianeta per raccontare come oggi la famiglia è e può essere protagonista di una fede che cambia i cuori e la società. Sono quelle, su un totale delle 187 ricevute, che il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha selezionato nel corso di un anno, dopo aver chiesto a tutti gli episcopati di raccogliere e di segnalare le più significative.
Con questi numeri, il cardinale Antonelli ha introdotto il lavori di un Congresso che – ha affermato davanti alla platea dei 200 partecipanti – nelle intenzioni del dicastero rappresenta “l’inaugurazione ufficiale di un processo permanente di comunicazione delle esperienze e delle testimonianze di pastorale familiare”. “Vorremmo attivare – ha spiegato – un processo continuato nel tempo di raccolta e messa in circolazione, dopo adeguato discernimento, delle esperienze che sono ritenute più rilevanti e più idonee a ispirare e stimolare altre nuove esperienze”.
Questo perché, ha soggiunto rievocando un’idea di Benedetto XVI, “le esperienze parlano con il linguaggio dei fatti e sono più persuasive delle idee, perché non indicano solo ciò che si deve fare, ma anche ciò che con l’aiuto di Dio è possibile fare”.
Mamme, papà e figli di varie espressioni ecclesiali, Azione Cattolica, Movimento dei Focolari, Neocatecumenali e altri, si sono alternati al microfono per raccontare in che modo il cristianesimo ha dato un’anima alla loro famiglia.
Educazione dei bambini e degli adolescenti, preparazione dei fidanzati all’amore e al matrimonio, adozioni e volontariato, impegno politico e culturale: l’universo della famiglia cristiana sarà analizzato in ogni aspetto e irrobustito volta per volta dal peso di testimonianze esemplari per “creatività” e fede. E tuttavia, ha precisato il cardinale Antonelli, “non si tratta solo di esemplarità dei buoni cristiani, ma di sacramentalità ecclesiale; non solo di buon uso della libertà umana, ma di accoglienza della grazia divina; non solo di amore cristiano, ma dell’amore stesso di Cristo, accolto, portato e manifestato a tutti”.
Per arrivare a questo grado di responsabilità delle famiglie, ha proseguito il porporato, è necessario allora sviluppare una “pastorale della verità”, incentrata sull’importanza e la bellezza dell’annuncio cristiano, una “pastorale della santità”, attinente alla formazione di singoli e di comunità ecclesiali che evitino, ha detto, “di accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalista e di una religiosità superficiale”, e di una “pastorale della misericordia”, fatta di apertura al dialogo, promozione dello sviluppo integrale dell’uomo, dei diritti umani, della famiglia, della società bene ordinata, fino all’elaborazione di forme concrete di impegno sociale.
-RV-
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