"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

venerdì 30 dicembre 2022

Gli incontri tra Papa Francesco e Benedetto XVI e le parole con cui lo ha sempre ricordato



* La versione originale di questo articolo è uscita su OMNES: https://omnesmag.com/actualidad/encuentros-papa-francisco-benedicto-xvi/ 

Il primo incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI si è svolto a pochi giorni dall’elezione dell’attuale Pontefice, il 23 marzo 2013, con un caloroso abbraccio presso l’eliporto di Castel Gandolfo, la residenza dove il Papa emerito aveva trascorso il periodo della sede vacante. Entrambi apparvero vestiti di bianco e prima di riunirsi nella Biblioteca privata sostarono in preghiera in cappella, uno accanto all’altro; Francesco aveva rinunciato a occupare il posto d’onore sedendo tra i banchi con Benedetto: “siamo fratelli”.

Ci ha insegnato l’umiltà

Significativo il dono che Francesco portò quel giorno al suo predecessore, l’icona della Madonna dell’umiltà: “non la conoscevo, ho subito pensato a Lei, Lei ci ha insegnato l’umiltà”. Qualche mese dopo i due si ritrovarono nei Giardini Vaticani per la Benedizione della nuova Statua di San Michele Arcangelo, patrono dello Stato della Città del Vaticano.

L’anno successivo, nel 2014, un nuovo abbraccio tra il Pontefice regnante e l’emerito, il 28 settembre in Piazza San Pietro, per il grande raduno con gli anziani organizzato dalla Pontifica Accademia per la Vita; nel 2015 le telecamere riprendono un ulteriore saluto e abbraccio nel mese di giugno, prima della partenza di Benedetto XVI per un nuovo periodo di riposo a Castel Gandolfo. 

Quello stesso 2015 Benedetto XVI è ancora presente accanto a Papa Francesco in una cerimonia pubblica, questa volta per il rito di apertura della Porta Santa della Basilica Vaticana, l’8 dicembre, per l’avvio del Giubileo della Misericordia.

Il 28 giugno 2016, nella Sala Clementina, si è svolto inoltre un atto di commemorazione del 65º anniversario di ordinazione sacerdotale del Papa emerito alla presenza di molti cardinali della Curia Romana. Nel suo discorso Francesco ha risaltato l’amore testimoniato da Benedetto XVI qualificandolo come “nota che domina una vita spesa nel servizio sacerdotale e della teologia”.

Altri incontri frequenti e pubblici si sono avuti tra i due al termine di ogni Concistoro per la creazione dei nuovi cardinali, con l’intero gruppo che puntualmente è salito al Monastero Mater Ecclesiae per i saluti al Papa emerito e un momento di preghiera nella cappella della residenza. Ci sono poi i tanti incontri privati e il continuo scambio di telefonate, anche nell’imminenza di ogni viaggio all’estero.

Ministero nascosto

Nei dieci anni di Pontificato, Papa Francesco ha fatto spesso riferimento al suo predecessore, chiedendo preghiere per il suo “ministero nascosto” e ringraziandolo per il sostegno alla Chiesa portato avanti con la preghiera. Preghiera che ha sempre chiesto poi di ricambiare verso il Papa emerito. Accanto alle occasioni ufficiali, come ad esempio la consegna del “Premio Ratzinger” promosso dall’omonima Fondazione Vaticana, il Pontefice regnante ha parlato di Benedetto XVI anche nel corso di udienze, angelus, oppure interviste rilasciate ai giornalisti.

Il primo riferimento rimanda senza dubbio alla sera stessa dell’elezione dalla Loggia della Basilica Vaticana: “prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito”; “perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.

Teologia fatta in ginocchio

Nel 2013, per il Conferimento del “Premio Ratzinger” di quell’anno, Francesco espresse “riconoscenza e grande affetto” per il predecessore, valorizzando il lavoro che aveva fatto con la pubblicazione dei libri su Gesù di Nazaret, attraverso i quali “ha fatto dono alla Chiesa, e a tutti gli uomini, di ciò che aveva di più prezioso: la sua conoscenza di Gesù”, maturata attraverso una teologia fatta “in ginocchio”.

Uomo di fede, tanto umile

Nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa, nel maggio 2014, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se mai in futuro seguirebbe la scelta del predecessore per lasciare anzitempo il pontificato, Francesco disse di Benedetto XVI: “è un uomo di fede, tanto umile”; “dobbiamo guardare a lui come ad un’istituzione”.

Come avere il nonno saggio in casa

Qualche mese dopo, tornando questa volta in agosto dal Viaggio in Corea, i giornalisti gli chiesero espressamente del suo rapporto con Papa Ratzinger, e Francesco disse innanzitutto che Benedetto XVI con il suo gesto aveva di fatto istituito il Papato emerito, aprendo “una porta che è istituzionale, non eccezionale”. Circa i rapporti, “è di fratelli, davvero”; “lo sento come se avessi il nonno a casa per la saggezza”, “mi fa bene ascoltarlo. E anche mi incoraggia molto”.

“Come avere il nonno saggio in casa”, Francesco lo ripete nell’incontro con gli anziani del settembre 2014, quando ringrazia pubblicamente Benedetto XVI per la sua presenza all’evento.

Il 16 aprile 2015, durante la Messa mattutina nella Casa Santa Marta, ricorrendo l’ottantottesimo compleanno dell’emerito, Francesco ha invitato i presenti a unirsi a lui nella preghiera per Benedetto XVI, “perché il Signore lo sostenga e gli dia tanta gioia e felicità”.

Grande uomo di preghiera e di coraggio

Nel giugno 2016 è la volta di una nuova domanda dei giornalisti sul volo di ritorno dall’Armenia. Qui Francesco ha aggiunto che per lui “è l’uomo che mi custodisce le spalle e la schiena con la sua preghiera”. Tra l’altro “è un uomo di parole, un uomo retto, retto, retto”, “grande uomo di preghiera, di coraggio”.

Maturità, dedizione e fedeltà

Quindi l’atto di commemorazione per il 65º del sacerdozio, quello stesso mese, dove Francesco aggiunse che dal piccolo Monastero dove Benedetto XVI risiede, “promana una tranquillità, una pace, una forza, una fiducia, una maturità, una fede, una dedizione e una fedeltà che mi fanno tanto bene e danno tanta forza a me e a tutta la Chiesa”.

Per il “Premio Ratzinger” 2016 immancabile - “ancora una volta” - l’espressione del “nostro grande affetto e la nostra riconoscenza” per Benedetto XVI, “che continua ad accompagnarci anche ora con la sua preghiera”.

Presenza discreta e incoraggiante

“La sua preghiera e la sua presenza discreta e incoraggiante ci accompagnano nel cammino comune; la sua opera e il suo magistero continuano a essere un’eredità viva e preziosa per la Chiesa e per il nostro servizio”, saranno invece le parole pronunciate per la stessa ricorrenza l’anno successivo. Ratzinger, per Papa Francesco, “continua ad essere un maestro e un interlocutore amico per tutti coloro che esercitano il dono della ragione per rispondere alla vocazione umana della ricerca della verità”. 

Stima, affetto e gratitudine vengono poi ripetute negli anni successivi. Nel 2019 Papa Francesco esplicita il ringraziamento “per l’insegnamento e l’esempio che ci ha dato nel servire la Chiesa riflettendo, pensando, studiando, ascoltando, dialogando, pregando, perché la nostra fede si conservi viva e consapevole nonostante il mutare dei tempi e delle situazioni, e perché i credenti sappiano rendere conto della loro fede con un linguaggio capace di farsi intendere dai loro contemporanei e di entrare in dialogo con essi, per cercare insieme le vie dell’incontro con Dio nel nostro tempo”.

Il contemplativo del Vaticano

Al termine dell’Angelus del 29 giugno 2021, ricorrendo il 70º dell’ordinazione sacerdotale di Papa Benedetto XVI, Francesco lo definisce “caro padre e fratello”, “il contemplativo del Vaticano, che spende la sua vita pregando per la Chiesa e per la diocesi di Roma, della quale è vescovo emerito”. Quindi gli rivolge un grazie per la “testimonianza credibile” e lo “sguardo continuamente rivolto verso l’orizzonte di Dio”.

Al conferimento del “Premio Ratzinger” 2022, Francesco ribadisce che “non mancano per me momenti di incontro personale, fraterno e affettuoso, con il Papa emerito”, evidenziando come tutti sentano “la sua presenza spirituale e il suo accompagnamento nella preghiera per la Chiesa intera: quegli occhi contemplativi che sempre mostra”.

Testimonianza di amore fino alla fine

Infine, il riferimento all’udienza generale dopo il Natale, il 28 dicembre 2022, quando ha invitato i presenti e tutta la Chiesa a intensificare le preghiere per colui “che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa”, affinché il Signore “lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine”.

Giovanni Tridente

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