"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

sabato 12 marzo 2022

9 anni di Papa Francesco, il conflitto in Ucraina e la fratellanza mancata



Domenica 13 marzo 2022 si compiono i primi 9 anni dell’elezione di Papa Francesco. E mai come in questo periodo, caratterizzato da una disastrosa e fratricida guerra tra la Russia e l’Ucraina alle porte dell’Europa con minacce per la stabilità mondiale, suonano profetiche le prime parole del neo-pontefice rivolte al popolo di Piazza San Pietro.

“E adesso, incominciamo questo cammino… Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi”. Tutti elementi, purtroppo, che qualunque conflitto bellico annulla istantaneamente, andando a generare conseguenze imprevedibili che dureranno per anni.

Il conflitto che stiamo vivendo, con le migliaia di vittime tra civili e militari, e milioni di rifugiati costretti a scappare dai bombardamenti è esattamente il contrario della fratellanza, dell’amore e della fiducia tra le persone. Qualcosa allora si è guastato nell’umanità, nonostante la profezia del 13 marzo del 2013 e le infinite occasioni offerte dal Santo Padre per mettere a frutto questa sua visione programmatica.

Non possono passare inosservati i numerosi tentativi di dialogo ecumenico ed interreligioso, che si innestano evidentemente sul cammino che la Chiesa porta avanti da decenni, con maggiore consapevolezza a partire dal Concilio Vaticano II, e che hanno condotto, nel 2019 ad Abu Dhabi, alla firma dell’importante Documento “sulla fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune”.

Evidentemente, non è bastato! Va anche detto che ogni guerra, ogni deliberata scelta di combattere un fratello, è frutto di situazioni complesse, con ragioni che non stanno mai da una parte sola, in un mix esplosivo – è proprio il caso di dire – che non guarda in faccia a nessuno e tantomeno si preoccupa delle conseguenze che genera.

È pur vero che la crisi russo-ucraina non è certamente l’unica, tantomeno sarà l’ultima. Veniamo da due anni di sconvolgimento pandemico e da decenni di focolai sparsi in varie parti del pianeta, sia a Oriente che a Occidente, tanto da far scrivere in quello stesso Documento sulla fratellanza, che ci trovavamo piuttosto in una “terza guerra mondiale a pezzi”.

Quello che si prospetta all’orizzonte allora è l’ennesimo conflitto mondiale “integrale”, il quarto per l’esattezza, e Dio non voglia che ciò accada davvero. Ecco perché la Santa Sede sta cercando di mettere in campo tutte le soluzioni possibili per porre fine ai combattimenti e alle morti indiscriminate di vittime inconsapevoli, e aprire canali di dialogo possibilmente duratura tra tutte le forze in campo.

Nell’omelia di inizio pontificato lo stesso Papa Francesco aveva raccomandato in modo particolare di “custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore”, sull’esempio di San Giuseppe – ed è singolare come da poco si sia concluso l’Anno dedicato allo Sposo di Maria e la serie di catechesi del pontefice sull’amato patrono della Chiesa Universale.

A nove anni di distanza forse bisogna ritornare a quelle parole, a quella “responsabilità che ci riguarda tutti”, perché quando questa viene meno “allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce”.

Il Papa aveva offerto già in quella occasione le chiavi per porre fine all’odio, all’invidia e alla superbia che sporcano la vita: “vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono”.

Ricominciamo da qui, allora, da questa consapevolezza, e ognuna faccia di tutto per riportare nel proprio ambiente di vita e di lavoro l’armonia della fratellanza e dall’amore. Almeno avremo evitato le tante guerre di cui siamo noi i primi fautori. Dio ci aiuti e ce ne scampi!

Articolo pubblicato in spagnolo sulla rivista #Omnes: https://omnesmag.com/actualidad/el-conflicto-en-ucrania-y-la-fraternidad-perdida/

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