L’edificio, precisa AsiaNews, è stato costruito su un terreno offerto dalla comunità, è stato aperto il 4 luglio, con una Messa presieduta dall’arcivescovo di Kirkuk, mons. Luis Sako. Il vescovo ha quindi incoraggiato i fedeli a rimanere nel Paese e testimoniare la loro fede con fiducia e coraggio.
Tre giorni dopo si è tenuta l’inaugurazione ufficiale, alla presenza dei responsabili della provincia e di alcuni imam. La preghiera universale è stata recitata da uno Shaikh musulmano arabo e da un curdo turkmeno, per porre l’accento sul dialogo interreligioso.
L’imam stesso ha fatto un augurio: “Che questo luogo sia sempre santo, e che i cristiani possano pregare e ringraziare Dio”. L’arcivescovo ha spiegato poi che la chiesa, come la moschea, “è un luogo speciale per adorare Dio in spirito e verità”, perché è la casa del popolo. Riflette, infatti, la bellezza di Dio, il suo amore, la sua misericordia e il perdono”.
“Il suo ruolo – ha aggiunto - è di formare il cuore dei fedeli con valori grandi e nobili: il bene, l'amore e la carità, l'onestà, la generosità e la cooperazione, ma anche di tenere lontano il cuore dal male e dall'odio”. “Abbiamo bisogno, infatti, l'uno dell'altro, non possiamo essere isolati gli uni dagli altri e vivere da soli, perché l'isolamento è una morte lenta. L’apertura è segno di vita rinnovata e di crescita”, ha concluso.
L’arcivescovo ha ringraziato, infine, la comunità che ha contribuito a costruire il “mosaico” culturale di Kirkuk: “Tutti i cittadini di Kirkuk devono rimanere uniti e collaborare insieme per tempi migliori – ha detto - la speranza è quella di continuare la presenza cristiana insieme ai nostri fratelli musulmani”.
-Radio Vaticana-
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