"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

venerdì 12 marzo 2021

8 "cartoline" dal Pontificato di Papa Francesco

Esattamente otto anni fa, la sera del 13 marzo 2013, il Cardinale Jorge Mario Bergoglio si affacciava dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro in Vaticano per la sua prima benedizione apostolica “Urbi et Orbi”. Da lì cominciò il cammino di Papa Francesco al servizio della Chiesa universale: “un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi”.

Non è semplice, ad ogni ricorrenza, fare un riassunto esaustivo ed esemplificativo delle più importanti “novità” rappresentate dall’evento che si commemora o dal personaggio che si celebra.

Ciò è ancora più vero nel caso dell’ultimo pontificato, che volenti o nolenti è stato caratterizzato da una serie di vicissitudini non sempre e non solo legate al “personaggio Bergoglio”, ma anche al contesto generale in cui la sua missione si è svolta, sia a livello ecclesiale che internazionale. Sicuramente, è stato – e ci auguriamo sarà – un ministero molto attivo e ricco di iniziative.

Eppure, credo che ci siano due aspetti che vanno messi a fuoco per evidenziare quanto sia complesso oggi, dal punto di vista narrativo, “isolare” i momenti più caratterizzanti di questa esperienza dei primi anni. Da una parte va considerata l’epoca di sovraesposizione mediatica in cui viviamo, che dall’inizio genera intorno alla figura del Papa un’infinita mole di informazioni e dati che fluiscono quotidianamente in un vortice irrefrenabile e ad ogni latitudine, generando un evidente sovraccarico che in qualche caso può anche essere nocivo. Dall’altro lato, a complicare le cose ci ha pensato la pandemia di Covid-19, che nell’ultimo anno ha ricalibrato le nostre priorità e ha messo un po’ nell’ombra altri interessi per cose non necessariamente considerate “di vitale importanza”, come potrebbe essere una sorta di passione per l’amarcord, i ricordi nostalgici.

Premesso ciò, poiché non abbiamo le competenze per offrire una sintesi storiografica di questi ultimi anni della vita della Chiesa sotto la guida di Papa Francesco, ci è sembrato più interessante selezionare “8 cartoline”, otto immagini che a nostro giudizio sono rappresentative di ognuno degli ultimi anni di ministero del Vescovo di Roma. È una scelta del tutto arbitraria, lo confessiamo, ma è probabile che siano istantanee ancora vive nel cuore dei fedeli.

2013 – LA VISITA A LAMPEDUSA, L’ISOLA DEGLI IMMIGRATI MORTI IN MARE

La prima istantanea che ha caratterizzato l’avanzare di Papa Francesco come pastore del Popolo di Dio e pellegrino verso le periferie esistenziali rimarrà quella del suo inconsueto viaggio all’isola di Lampedusa, nel Sud Italia, a pochi mesi dall’elezione. Fu la prima vera uscita dai confini del Vaticano, ma anche la più drammatica e toccante. Dall’isola-tomba di centinaia e centinaia di migranti dei quali non conosceremo mai i nomi si levò quel forte grido alle coscienze di ciascuno “perché ciò che è accaduto non si ripeta”. Sappiamo poi che purtroppo non è stato affatto così, ma il richiamo del Pontefice resta e continua a essere un monito contro l’indifferenza.

2014 – IL VIAGGIO IN TERRA SANTA

Il primo vero grande Pellegrinaggio del pontificato è stato forse il Viaggio apostolico in Terra Santa nel maggio del 2014, in occasione del 50º anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra San Paolo VI e il Patriarca Atenagora. 16 discorsi in tre giorni, e la commovente visita al Memoriale di Yad Vashem, con la condanna senza mezzi termini del terrorismo, che “è male nella sua origine ed è male nei suoi risultati”. Male che nasce dall’odio e che distrugge, che portò il Santo Padre a esprimere vergogna per la profanazione che l’uomo era riuscito a fare verso la principale opera della creazione di Dio, sé stesso.


2015 – LAUDATO SI’

Il 2015 è l’anno della seconda Enciclica di Papa Francesco, quella dedicata alla cura della casa comune Laudato si’, nata dalla consapevolezza di porre fine all’uso irresponsabile e all’abuso dei beni che Dio ci ha affidato con la creazione. Un percorso di riflessione che riprendeva già gli inviti alla “conversione ecologica globale” di San Giovanni Paolo II e le preoccupazioni per le ferite prodotte per il nostro comportamento irresponsabile suggerite da Benedetto XVI. La chiave portata dall’attuale Pontefice sarà quel “tutto è connesso” che richiama alla nostra responsabilità di riconoscere che ogni nostro comportamento squilibrato ha inevitabilmente conseguenze nelle esistenze di tutti gli altri nostri fratelli. E la pandemia che stiamo vivendo è qui a dimostrarcelo.


2016 – IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

Il 2016 è stato invece l’Anno del primo Giubileo esteso in tutto il mondo, quello della Misericordia, con l’apertura delle Porte Sante in tutte le diocesi, in ogni confine della terra, a cominciare da quella simbolica di Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Furono anche quelli una scelta e un messaggio inequivocabili: la misericordia di Dio non conosce limiti, e agisce a maggior ragione in quelle vicende – e in quei cuori – che hanno necessità di essere perdonati e in un certo senso “ricostruiti”. Sarà un anno molto particolare, che registrerà nella sola Città di Roma l’arrivo di oltre 21 milioni di pellegrini. Da lì nasceranno i “Venerdì della misericordia” e la “Domenica della Parola di Dio”.

2017 – PELLEGRINO A FATIMA DALLA MADRE

La presenza della Vergine Maria è una costante del Pontificato. Emblematiche sono le visite del Papa alla Basilica di Santa Maria Maggiore per rendere omaggio alla Salus Populi Romani, non a caso la prima compiuta già il giorno successivo all’elezione, e poi all’inizio e alla fine di ogni Viaggio apostolico all’estero. Nel 2017 invece Papa Francesco si è recato direttamente al Santuario di Nostra Signora di Fatima per il centenario delle Apparizioni della Vergine Maria, e da lì ha ribadito a gran voce: “abbiamo una Madre, abbiamo una Madre”. Ha quindi invitato tutti a essere nel mondo “sentinelle del mattino” per mostrare il volto giovane e bello della Chiesa, “che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”.


2018 – L’ACCORDO CON LA CINA

Dopo anni di tentativi e tante sofferenze, il 22 settembre 2018 a Pechino è stato firmato l’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, mettendo così fine di fatto all’esistenza di una “doppia Chiesa” in Cina. In una lettera a tutto il popolo del paese asiatico e alla Chiesa universale Papa Francesco ha ricordato innanzitutto il tesoro spirituale lasciato dalle esperienze dolorose di quanti hanno sofferto negli anni per testimoniare la loro fede. Ma ha reso grazie per lo spiraglio verso la completa unità e una più diffusa e libera evangelizzazione di quelle terre avviate dall’Accordo. Dopo due anni, il documento è stato rinnovato per un ulteriore biennio fino al 2022.


2019 – IL SUMMIT SUGLI ABUSI

Non tutte le cartoline a volte sono belle; alcune possono ritrarre anche ferite dolorose come è il caso della triste vicenda degli abusi nella Chiesa verso i minori. Un processo di presa di coscienza che va avanti da molti anni e che ha mostrato la crudezza di situazioni in cui è mancata trasparenza e responsabilità a più livelli. Un nervo scoperto che Papa Francesco non ha avuto paura di portare alle estreme conseguenze, rendendo prioritaria la lotta a quello che in più occasioni ha definito come cancro. Il 2019 arriva finalmente un summit ad ampio spettro con i vescovi seduti ad ascoltare testimonianze di persone abusate. Da lì sono poi nate molte altre iniziative, anche legislative per mettere un freno a complicità e inadempienze e privilegiare l’attenzione alle vittime. 


2020 – LA SOLITUDINE DELLA PANDEMIA

L’ultima cartolina di questi primi otto anni del pontificato è anch’essa abbastanza triste, legata all’emergenza sanitaria per la pandemia di Covid-19, di cui ancora non si vede l’orizzonte di soluzione. Ritrae Papa Francesco solitario, in una Piazza San Pietro deserta bagnata dalla pioggia. Un momento spiritualmente forte, in cui si è pregato per la fine di questa tragedia che ha già causato oltre due milioni e mezzo di morti. Di quella sera resta la preghiera al Signore a “non lasciarci in balia della tempesta” e la consapevolezza che “nessuno si salva da solo”. Fede e speranza, che da quel momento porteranno il Santo Padre a compiere una serie di iniziative di vicinanza al Popolo di Dio fiaccato dal timore e dalla solitudine. C’è ancora bisogno di riprendere quelle parole e ricordarci ancora oggi di “abbracciare il Signore per abbracciare la speranza”.

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2021 – IL VIAGGIO DELLA FRATELLANZA

Dal 2021 non possiamo dire molto, siamo ancora all’inizio, ecco perché le 8 cartoline. Ma sarà interessante tenere d’occhio il recente viaggio in Iraq, compiuto dal Papa come pellegrino di fratellanza verso la terra di Abramo, dove tutto ha avuto inizio. Un Paese che dopo la tragedia delle tante guerre e dell’odio va ancora ricostruito. Come le nostre vite. Con la vicinanza del Papa e della Chiesa.


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