Una ragazza guarda fissa le telecamera: «Mio padre –dice - è stato licenziato». Poi mostra un piccolo cartello arancione con una scritta che recita: «Prega». Un ragazzo, invece, annuncia: «I miei stanno divorziando». Ricompare il messaggio: «Prega». Tocca a un’altra giovane donna: «Sono incinta e sono stata lasciata sola». Di nuovo il refrain: «Prega».
Il servizio gratuito, disponibile in cinque lingue (inglese, italiano, spagnolo, portoghese e francese) e con la versione per smartphone e tablet, è nato dalla domanda: “Come mai in un mondo pieno di social network c’è ancora della gente che si sente sola?” . Eccola, allora, la sfida del sito spagnolo: collegare le persone in tutto il mondo mediante la preghiera.
Come funziona? Esattamente come qualunque altro social network: si crea un proprio profilo e si cercano degli “amici”. Qui, però, cominciano le differenze: invece di raccontare i dettagli della propria vita quotidiana, di postare commenti, foto e video si prega a colpi di click. Lo si fa chiedendolo per una persona o una determinata situazione, oppure ci si rivolge a Dio dopo aver letto qualche richiesta. «Ogni preghiera conta – spiegano gli ideatori – questo servizio è stato ideato per coloro che pensano che la comunicazione possa anche essere qualcosa di profondo».
Mauro Pianta (VaticanInsider)
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