"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

martedì 31 maggio 2016

I 12 "attivi digitali" a lezione di buona comunicazione da Papa Francesco


12 "attivi digitali", che da soli su Youtube sommano 27 milioni di visualizzazioni, ammaestrati da Papa Francesco su come stare - da persone responsabili - sui social network. Il loro selfie - con il Papa al centro - ha fatto il giro del mondo, e probabilmente diventerà anch'esso una foto simbolo del pontificato. Almeno per le centinaia di migliaia di seguaci di questi videobloggers

È successo domenica 29 maggio in Vaticano, nell'ambito di una iniziativa più estesa di Scholas Occurentes, l'organizzazione internazionale - oggi di diritto pontificio - nata ai tempi del Bergoglio Vescovo di Buenos Aires, che realizza progetti di educazione e integrazione a favore delle giovani generazioni e "per un mondo integrato e pacifico".

Il Papa ha utilizzato poche parole chiave, ma che vanno dritte al cuore della questione e sono un monito per tutti gli uomini di buona volontà che vogliono abitare la Rete.

Costruire un mondo migliore, anche attraverso i social, significa riconoscere a ogni persona una propria identità e offrirle un'appartenenza (a un gruppo, a una famiglia, a una organizzazione). Quando i popoli, le famiglie, gli amici si separano, "nella separazione si può seminare soltanto l'inimicizia, e persino l'odio".

Invece, "quando ci si unisce c'è l'amicizia sociale" e si favorisce "una cultura dell'incontro, che ci difende da qualunque tipo di cultura dello scarto".

A Greta, ventunenne italiana che gli ha chiesto cosa dire ai tanti che non hanno speranza e non hanno nessuno con cui aprirsi, Francesco ha proposto il linguaggio dei gesti: "un sorriso che da' speranza, guardare negli occhi, gesti di approvazione, di pazienza, di tolleranza".

Capacità di ascoltare l'altro mettendosi in atteggiamento di dialogo è, inoltre, per il Papa, l'antidoto efficace per "sradicare tutti i tipi di crudeltà", a cominciare dalle guerre, perché "nel dialogo tutti vincono, nessuno perde".

Allora è fondamentale, e questo si può fare eccome nella Rete, "gettare ponti": "non discutere, ma piuttosto persuadere con mitezza".

La chiosa finale a margine dell'incontro del Papa con i 12 influencers, che grazie alle loro provenienze e sensibilità religiose abbracciano tutto il pianeta, è un chiarissimo vademecum per veri contadini digitali, seminatori di bene animati da buona volontà: "il nostro mondo ha bisogno di abbassare il livello di aggressività. Ha bisogno di tenerezza, ha bisogno di mitezza, ha bisogno di ascolto, ha bisogno di camminare insieme".

Ecco, camminiamo insieme, da amici che dialogano, costruttori di ponti!

lunedì 30 maggio 2016

Continuiamo il cammino: alleati e seminatori di buone notizie!


Il primo post di questo blog risale all'1 settembre 2010. Eravamo in un periodo a dir poco particolare del pontificato di Benedetto XVI: per una serie di ragioni ed eventi rilanciati a tambur battente dai mezzi di informazione, la Chiesa sembrava aver perso qualunque credibilità.

Per chi conosce i meccanismi della comunicazione, risultava difficile abituarsi a ciò che - fatte le dovute verifiche - più che come contributo alla collettività, appariva come pregiudizio strillato e semplificazione inconcludente: un turbinio di frasi e considerazioni gratuite, spacciate per informazioni, il cui scopo era solo quello di (auto)generare "rumore".

Più che limitarci a denunciare questo meccanismo, decidemmo di bypassarlo, proponendo qualcosa di costruttivo, che mostrasse la vitalità di tante realtà nascoste di Chiesa, la loro "giovinezza", e così affogare il male - che pure esiste - nell'abbondanza di bene (come ci ha spronato a fare qualche santo).

Nel frattempo, negli ultimi tre anni e qualche mese, nella Chiesa è avvenuto qualcosa di inusuale, a cui non si era abituati, e di positivamente sconvolgente: la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI (che resta nel recinto del Vaticano a pregare) e la successiva elezione di Papa Francesco (venuto quasi dalla fine del mondo), che come un vortice benefico ha catalizzato tutta l'attenzione su di sé, mostrando - agli occhi dell'opinione pubblica - una Chiesa più credibile.

Per il modo in cui sono andate le cose, e per come oggi la notorietà di Francesco continua a catturare i mezzi di informazione e l'opinione pubblica mondiale, sembra che tra mondo e Chiesa si stia vivendo un perdurante idillio, che ha superato di gran lunga la fisiologica luna di miele dei primi mesi di pontificato. Diciamocelo, tre anni fa nessuno ci avrebbe scommesso!

Eppure, una "Giovane Chiesa" c'era allora e una "Giovane Chiesa" c'è oggi!

Anche la missione è rimasta la stessa, così come il campo da arare, la Rete.

Con una consapevolezza in più: non basta raccontare cose buone e belle, bisogna anche renderle coinvolgenti, se vogliamo che la fede crei gioia (Benedetto XVI) .Una dote che si acquisisce con il tempo: studio, intraprendenza, momenti `più edificanti, capacità di riconoscere i propri limiti e tanta... pazienza. Aspirazioni e premure che cercheremo ugualmente di condividere.

Continuiamo il cammino: alleati (del Vangelo e della Chiesa) e seminatori di buone notizie!

Giovanni Tridente
30 maggio 2016

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