"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

lunedì 31 agosto 2015

"Ogni migrante è mio fratello", semplici cittadini, parroci e Vescovi italiani mobilitati per i profughi

In questo servizio di Aleteia, la mappa della solidarietà della Chiesa italiana, mobilitata per l'accoglienza degli immigrati che riescono a sbarcare sulle nostre coste. Una dimostrazione concreta della consapevolezza che "ogni migrante è mio fratello", cui tante volte Papa Francesco ha richiamato.
Ogni vita è degna di essere vissuta, e come cristiani non possiamo restare a guardare di fronte alle terribili tragedie del Mediterraneo. E infatti, la Chiesa è in prima linea.

L'ORATORIO DI BRUZZANO
L'oratorio della parrocchia della Beata Vergine Assunta di Bruzzano, periferia di Milano, dal 24 luglio ha aperto le porte per accogliere un massimo di 90 profughi al giorno. Un progetto organizzato dalla Casa della Carità di Milano in cui lo Stato non spende nulla. A gestire l'oratorio sono un centinaio di volontari del quartiere, assieme agli operatori dell'associazione presieduta da don Virginio Colmegna. A coprire i costi del progetto, che durerà fino alla fine di agosto, anche alcuni sponsor privati. Più di 250 gli stranieri già accolti (La Repubblica, 12 agosto). 

NIGERIANI E SIRIANI
La maggior parte sono giovani coppie nigeriane e madri siriane con i figli i cui uomini sono rimasti nel Paese d’origine, ma tutti si integrano bene e si spostano per tutta Milano senza grosse difficoltà. Inoltre ognuno svolge piccoli lavori in modo da mantenere in buono stato l’ambiente: tra questi è richiesto di pulire e apparecchiare e sparecchiare la tavola (Avvenire, 14 agosto).

LA CARITAS DI CAGLIARI
Molto attiva è la Caritas diocesana di Cagliari, che ha stabilito un'accoglienza straordinaria presso la sede in viale fra Ignazio 88.Per fronteggiare al meglio il servizio di accoglienza la Caritas accoglie beni di primo conforto come vestiario (uomo e donna e poco bambino), scarpe, infradito, asciugamani, bagnoschiuma, occorrente per la barba (cagliaripad.it, 14 agosto).

LA CHIESA DI GENOVA
Nello spirito del Vangelo, il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha accolto la richiesta di aiuto proveniente dalla Prefettura di Genova per l’ospitalità dei profughi. E oggi la Chiesa genovese cura già l’accoglienza di 50 profughi in una struttura di San Martino; altri 42 li ospita in una struttura diocesana in via del Campo; 15 li accoglie presso il Monastero in Via Bozzano nel quartiere di San Fruttuoso; 85 li ospita a Di Negro(chiesadigenova.it).

SUORE IN PRIMA LINEA
Le Suore Gianelline hanno accolto nella loro Casa Provinciale in Salita del Monte 23 donne profughe. Il Rettore del Santuario delle Tre Fontane a Montoggio ospita stabilmente 30 giovani provenienti da Paesi africani e asiatici.
Il Ceis (Centro di Solidarietà di Genova) ne sta accogliendo 16 a Fassolo; 33 a Campo Ligure e a Genova; inoltre, attraverso l’Aub, ospita a Genova 50 profughi minorenni.


A BERGAMO AIUTANO I PRIVATI
Sempre al Nord, è mobilitata la diocesi di Bergamo che fa accoglienza in strutture della Chiesa date gratuitamente: Casazza, Botta di Sedrina, San Paolo d’Argon, Villa Amadei, la Battaina di Urgnano. Solo a Valbondione ci sono due strutture di un privato prese in affitto da Caritas (ecodibergamo.it, 12 agosto).

venerdì 28 agosto 2015

"Akòr - Porta della Speranza", dal 2008 la Pastorale per fedeli separati, divorziati e in nuova unione

È dall'anno pastorale 2008/2009 che nella Diocesi di Milano è attivo un gruppo pastorale che si dedica ai fedeli separati, divorziati e in nuova unione. Si chiama "Akòr - Porta della Speranza", ed è ispirato al brano biblico Os 2,16-17: “L’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Akòr in porta di speranza”.

Il Gruppo è parte integrante dell'Ufficio Famiglia ed è composto da un assistente spirituale nominato dal Vescovo, una coppia referente e una coppia per ciascuna delle sette zone in cui è divisa la diocesi.

"In comunione con il vescovo e in riferimento alla Consulta Regionale Lombarda di pastorale familiare, l’équipe intende generare una specifica pastorale, offrendo percorsi di crescita spirituale ed ecclesiale a quanti sperimentano il dolore di una ferita che ha segnato la loro storia matrimoniale", si legge nella mission del Gruppo.

L'obiettivo di Akòr è duplice. Da una parte vuole sensibilizzare le realtà parrocchiali ad avere "cura per le situazioni problematiche e l'attenzione per le sofferenze delle famiglie separate", dall'altra, nei confronti di chi "ha il cuore ferito", far sentire la loro appartenenza "ad una chiesa dove nessuno può essere considerato indegno della misericordia divina e che chiede la disponibilità di ciascuno nell'edificare una comunità secondo il Vangelo".

In sostanza, "il desiderio è quello di edificare una comunità ecclesiale dove tutti si sentano accolti ed amati da Dio e dai fratelli. Ciascuno potrà così sperimentare quello sguardo misericordioso sulle proprie ferite che incoraggia l’aiuto verso altre persone, magari coppie in difficoltà o altre situazioni di disagio famigliare". 

Le attività prevedono 4/5 incontri all'anno, con momenti formativi e di preghiera, normalmente guidati da un sacerdote, in un luogo di culto diverso dalla chiesa parrocchiale, con momenti di supplica, ringraziamento, lode o richiesta di perdono.

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mercoledì 26 agosto 2015

"La Buona Strada", cooperativa fondata da #rom, grazie a un progetto della Diocesi di Avezzano


Nella Diocesi di Avezzano, grazie a un progetto lungimirante che va avanti dal 1975, è sorta una Cooperativa sociale fondata da rom abruzzesi residenti nella Marsica, rappresentanti di 65 nuclei familiari. Si chiama La Buona strada e i frutti di questo impegno diocesano sono tanti, dall'accoglienza all'istruzione, passando dalla catechesi alla partecipazione ai sacramenti.

Proponiamo alcuni stralci di questa decennale storia di accoglienza ed evangelizzazione.

Nella primavera 2013, dopo un percorso di progettazione partecipata tra giovani adulti rom e volontari, la Chiesa diocesana di Avezzano, nella continuità del proprio operato per il sostegno del diritto al lavoro della popolazione dei Rom abruzzesi residenti nella Marsica, e nella convinzione che l’impresa sociale sia la risposta efficace per l’inserimento dei soggetti fragili nell’economia del mercato occupazionale, ha promosso la costituzione della Cooperativa sociale La Buona strada, di cui si sono resi soci fondatori sette rappresentanti delle tre famiglie allargate e dei sessantacinque nuclei della comunità Rom cittadina. È forte oggi nei membri della comunità zingara cittadina il desiderio di sentirsi cittadini, non soltanto perché custodi e portatori di un patrimonio culturale diverso, ricco  e affascinante, ma anche perché lavoratori.

Si comincia da lontano...

martedì 25 agosto 2015

In Etiopia 4 scuole per i rifugiati sud sudanesi

Oltre 4.800 bambini sud sudanesi rifugiati in Etiopia potranno ricevere un’educazione in 4 scuole inaugurate di recente nei campi d’accoglienza di Kule e Terkendi, nella regione di Gambella, circa 800 km ad ovest di Addis Abeba.

Le scuole sono state costruite dalla Commissione per lo sviluppo sociale della Chiesa cattolica dell’Etiopia con il supporto del Catholic Relief Services (CRS).

“Ringraziamo Dio per averci dato l’opportunità di assistere i rifugiati costruendo queste strutture educative”, ha detto il Vicario Apostolico di Gambella, il Rev. P. Angelo Moreschi, S.D.B.

Secondo i dati aggiornati al 21 agosto dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, le strutture di Gambella accolgono circa 276.000 rifugiati registrati provenienti dal Sud Sudan.

Queste persone fuggono dalla guerra civile che imperversa in Sud Sudan dal dicembre 2013 che ha provocato lo sfollamento interno e verso l’estero di milioni di persone. 

Secondo i dati dell’UNHCR, gli sfollati interni sono 1.950.000 persone, mentre i rifugiati all’estero sono 821.000, per un totale di 2,8 milioni persone costrette a lasciare le proprie abitazioni. 

Agenzia Fides

lunedì 24 agosto 2015

"Essere famiglia con chi non ce l'ha": la missione della Comunità Papa Giovanni XXIII, diffusa in tutto il mondo

"Siamo una grande famiglia in cui chi viene accolto e amato si sente protagonista:
nelle case famiglia presenti in tutto il mondo, nelle comunità terapeutiche, nelle cooperative sociali, nelle case d’accoglienza per i senzatetto, nelle case di preghiera e fraternità.
Qui giovani, uomini e donne sposati, consacrati laici, sacerdoti, scelgono di condividere la vita con i più poveri. 

Per non lasciare più soffrire nessuno in solitudine e sentire che il Signore ci chiama tutti a percorrere lo stesso cammino di giustizia e santificazione, per mettere la spalla sotto la croce del fratello 
e portarla insieme cercando di rimuovere le cause dell’ingiustizia"
(P. Giovanni Ramonda)

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è un’associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio.

Fondata nel 1968 da don Oreste Benzi è impegnata da allora, concretamente e con continuità, per contrastare l'emarginazione e la povertà. La Comunità lega la propria vita a quella dei poveri e degli oppressi e vive con loro, 24 ore su 24, facendo crescere il rapporto con Cristo perché solo chi sa stare in ginocchio può stare in piedi accanto ai poveri.

La condivisione diretta con gli emarginati, i rifiutati, i disprezzati è una strada scomoda, che obbliga a non chiudere gli occhi sulle ingiustizie. Una strada che una volta intrapresa affascina, cattura, conduce ad abbandonare i falsi miti che troppo spesso portano all’infelicità.

Oggi la Comunità siede a tavola, ogni giorno, con oltre 41 mila persone nel mondo, grazie a più di 500 realtà di condivisione tra case famiglia, mense per i poveri, centri di accoglienza, comunità terapeutiche, Capanne di Betlemme per i senzatetto, famiglie aperte e case di preghiera. La Comunità opera anche attraverso progetti di emergenza umanitaria e di cooperazione allo sviluppo, ed è presente nelle zone di conflitto con un proprio corpo nonviolento di pace, "Operazione Colomba".

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sabato 22 agosto 2015

Un Centro pastorale per cristiane e musulmane, a Ramallah (Palestina) l'oasi della speranza

«Iniziammo con una sola famiglia, tre donne. Poi piano piano ci siamo allargate: sono arrivate le cugine, le cognate, le zie. Oggi coinvolgiamo 250 donne di Ramallah e di una decina di villaggi delle vicinanze». 

Così, Helen animatrice del Centro pastorale melchita di Ramallah racconta gli esordi di una esperienza che è diventata un’oasi di speranza e di solidarietà in una realtà segnata da anni di guerra e sofferenza. 

Ogni giorno il centro pastorale è frequentato da decine di donne, cristiane e musulmane. A guidare la struttura due italiane e una francese, che appartengono all’Associazione fraterna internazionale (Afi), organismo laicale cattolico fondato nel 1937 dalla belga Yvonne Poncelet, su ispirazione di padre Vincent Lebbe, missionario in Cina e pioniere del dialogo interculturale e interreligioso. 

venerdì 21 agosto 2015

Si chiama #CatholicStuff, ed è un modo divertente per evangelizzare i giovani

Si chiama Catholic Stuff ed è una iniziativa di evangelizzazione-apostolato-formazione promossa in Spagna dai Servi del Focolare della Madre (http://www.siervoshmfilms.com/), caratterizzata da alcune produzioni video realizzate con umorismo.

Ecco un esempio sul tema Uomini&Donne:




Il target è formato da giovani che, pur ritenendosi credenti, non praticano molto la propria fede e si fermano ai suoi aspetti più basici, e a quelli che, praticandola, vogliono andare più a fondo. Il programma, una serie di videoclip sui temi della fede, è utile ai catechisti che hanno bisogno di qualche mezzo innovativo e divertente per svolgere il proprio lavoro apostolico.

Ogni programma dura dai 5 agli 8 minuti ed è disponibile completamente gratis su Youtube.


Catholic Stuff ha anche una 
fanpage su Facebook e un account su Twitter.


I produttori di queste serie televisive sono giovani che decidono di dedicare un anno della propria vita alla  causa evangelizzatrice, e ricevono in cambio formazione sia tecnica (sull'uso dei mezzi di comunicazione, e in particolare la produzione televisiva) che spirituale (con Messa, Adorazione e Rosario quotidiani e Corsi di ritiro).


In pochi mesi i filmati realizzati hanno già ottenuto migliaia di visualizzazioni su Youtube. 

giovedì 20 agosto 2015

Un #Dio da restituire: la rivoluzione silenziosa degli #oratori di Giugliano e Scampia

L’oratorio a Scampia«Una terra da liberare non solo dalla camorra, ma dalla rassegnazione che ha strutturato nella gente, inducendo un sentimento di resa al male in tutte le sue forme». Parla così Giusy Orlando del suo mondo, periferia di cui Secondigliano e Scampia sono i nomi più noti. Vicepreside nella scuola dei Fratelli Maristi a Giugliano in Campania, è una donna che ha scelto da che parte stare. Il suo impegno si intreccia con quello di molti altri cristiani che, pur tra grandi difficoltà, offrono ai giovani un’educazione integrale, in cui Vangelo e istruzione si proiettano nella vita, diventando modo di essere: una rivoluzione silenziosa. 

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