"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

mercoledì 3 agosto 2011

A Camaldoli la Settimana Teologica, un appuntamento che si ripete dal 1933

Domenica scorsa ha avuto inizio la Settimana Teologica di Camaldoli, storico appuntamento della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Una tradizione che si rinnova dal lontano 1933, anno in cui l’allora Assistente Ecclesiastico Nazionale, Giovanni Battista Montini, la inaugurò con un gruppo di fucini.
 
All’appuntamento nazionale che si protrarrà fino a sabato 6 agosto, partecipano circa 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia.
 
«Mettimi come sigillo sul tuo cuore» (Ct 8,6). La cura dei legami nell’epoca delle passioni tristi: questo il tema che impegnerà le riflessioni dei partecipanti alla Settimana. A guidarli, nel corso delle giornate camaldolesi, saranno don Gianantonio Borgonovo, biblista, e i coniugi Claudio e Laura Gentili, fondatori del Centro Betania, centro di consulenza familiare.
 
"Riteniamo fondamentale una riflessione seria ed accurata su una delle caratteristiche costitutive dell’essere umano: quella di intessere relazioni – hanno dichiarato i Presidenti Nazionali, Francesca Simeoni e Alberto Ratti – e pensiamo che il riferimento al Cantico dei Cantici, quale testo biblico che mette al centro la relazione tra l’uomo e la donna e, di riflesso, tra l’uomo e Dio, costituisca un punto di riferimento prezioso e privilegiato".
 
Prima del tradizionale appuntamento, quest’anno, tra il 25 ed il 30 luglio p.v., si è svolto un corso di Esercizi Spirituali per universitari, sul tema «Voi cercate Gesù Nazareno» (Mc 16,6). Cercare Gesù nel Vangelo di Marco. 

A guidare le meditazioni, Matteo Ferrari OSB, monaco camaldolese.

Le Settimane di Camaldoli - hanno aggiunto i presidenti nazionali -, rappresentano un "momento privilegiato dell’anno federativo", "piena espressione dello stile e dello spirito fucino, che scorge nel ritorno alle fonti della fede il presupposto e l’origine dell’impegno laicale, sempre in un atteggiamento di dialogo, ricerca e confronto".

Per ulteriori informazioni: http://www.fuci.net/

martedì 2 agosto 2011

A Plug (Albania) con il cuore... l'estate delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore

Tre giorni di formazione umana, spirituale e specifica con gli animatori e una settimana di Centro estivo con i bambini e visita alle famiglie di Plug, in Albania. È quanto vivranno, come ormai consuetudine dal 2004, un gruppo di Giovani PASC (Piccole Ancelle del Sacro Cuore) fino al 10 agosto.

Ma chi sono le Piccole Ancelle del Sacro Cuore?


La Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore ebbe la sua origine a Città di Castello (Perugia) il 9 agosto 1915, per opera del beato Carlo Liviero, Vescovo della stessa Diocesi.
La fondazione, concepita per divina ispirazione e fermentata dalla carità di Cristo, aveva lo scopo preciso di esercitare il più autentico amore cristiano, in particolare, data la necessità del momento, verso i figli dei combattenti e gli orfani. 

L’anno successivo, 1916, Benedetto XV approvava la nascita del nuovo Istituto.
Le prime giovani, desiderose di donare la propria vita a Dio prendendosi cura dei piccoli, furono affidate, per la loro formazione, a Madre Geltrude Billi, delle Oblate Salesiane. Donna energica e determinata, religiosa molto colta e pia che lavorò con zelo per l’incremento della Congregazione di cui divenne Confondatrice. 

Nei disegni della Provvidenza, il primo gruppo di ragazze, votate interamente ad una missione di carità, attirò altre, tanto che il numero dei membri della appena nata famiglia religiosa andò sempre più aumentando. 

Ben presto furono aperte le prime case filiali in Diocesi e in varie parti d’Italia.
Secondo la visione apostolica del vescovo Liviero, che aveva allargato il campo d’azione a diverse forme di cristiana carità, le Suore si dedicarono anche all’insegnamento, soprattutto nelle scuole dell’infanzia e primaria, alle varie opere parrocchiali e all’assistenza dei malati e degli anziani.
Dopo la morte del Fondatore, avvenuta nel 1932, il 17 maggio 1938 l’Istituto, in considerazione del suo crescente sviluppo e del servizio dato alle chiese locali, ottenne il Pontificio Decreto di Lode.
La Congregazione, prevalentemente diffusa in Italia fino al 1980, attualmente è presente anche in Svizzera, Kenya, Uganda, Albania ed Ecuador.

Per ulteriori informazioni: http://www.piccoleancelledelsacrocuore.net/

lunedì 1 agosto 2011

Il sogno di Giuseppe

Con grande piacere pubblico oggi questa bellissima storia di "giovane Chiesa" fattami recapitare direttamente da Sr. Francesca, Sorella Francescana Minore dell'Immacolata, di San Guido di Bolgheri (LI), artefice insieme a tante persone di buona volontà della realizzazione del "sogno di Giuseppe".
Grazie Sr. Francesca e grazie a tutti coloro che l'hanno aiutata a far apprezzare e a festeggiare il dono della vita.

Siamo a Lourdes, nel famoso piano mezzanino dell’Hotel La Source dell’Unitalsi per i bambini e le famiglie. Stranamente c’è un attimo di calma, nessuno canta e siamo in pochi… è lì che finalmente riesco a mettermi accanto a Giuseppe e ad ascoltarlo.

Giuseppe è in cura al Meyer di Firenze; dopo due interventi al cervello ora si sta sottoponendo a chemioterapia. La sua mamma vorrebbe portarlo qualche giorno in vacanza e chiede consiglio ad alcuni animatori. Giuseppe ha un sogno: andare all’Isola d’Elba!

Ritorno a casa e il “sogno di Giuseppe” mi rimane impresso a tal punto che poi mi risulta difficile non pensare a far qualcosa per questo sogno, che diventa così anche il mio: portare Giuseppe all’Isola d’Elba.

Il primo che interpello è il Presidente della nostra sottosezione Unitalsi, Luigi Vianesi. Nel momento in cui gli racconto di Giuseppe immediatamente viene contagiato dal desiderio di far qualcosa. Questo stesso desiderio travolge poi tutti i giovani dell’Unitalsi e dell’Azione Cattolica che si mettono all’opera per realizzare questo sogno.

C’è un solo problema… in estate è impossibile andare all’isola d’Elba se non hai prenotato almeno non so quanti mesi prima. Allora affrontiamo il problema da un’altra prospettiva, fino ad inviare qualche mail ai preti dell’isola e ai nomi della nostra mailinglist che suonano come “elbani”. Finalmente superiamo l’empasse.

La prima a contattarmi è Veronica: ha letto la mia mail proprio nel momento in cui si chiedeva come fare della sua vita un Dono. Si attiva immediatamente e coinvolge anche la sua mamma, che è Sindaco di Marciana Alta, la quale ci offre una serie di attività tra le più belle dell’isola: visita guidata da Vinicio alla Fortezza pisana dove Giuseppe, appassionato di armi, può anche provare a tirare con l’arco e a lanciare l’ascia fransisca e ammirare tutte le armi che i pisani usarono per conquistare l’isola; traghettare con il Nautilus la costa occidentale che da Marciana porta a Pomonte, ammirando il fondale marino grazie ad un sistema di vetri posto al di sotto del traghetto; l’acquario di Marina di Campo impreziosito dalla guida Yuri che affascina Giuseppe con tutti i suoi pesci…

Immediatamente giunge anche la telefonata di Don Mirko, parroco di Marciana Marina, che mi trasmette tutto il suo entusiasmo per riuscire a dire “sì” al sogno di Giuseppe e ci propone l’accoglienza nell’asilo vecchio della sua Parrocchia, gentilmente allestito dalle sue parrocchiane. Ci porta poi a mangiare le buone specialità dell’isola, ci accompagna come un fratello maggiore di qua e di la e regala a Giuseppe tanta di quella gioia che difficilmente se ne dimenticherà.

Ancora la Parrocchia di Carpani con Angela, Manuela e i loro ragazzi educatori di ACR che stanno con noi in questi due giorni e che preparano – oltre ad un delizioso pranzo con alcune preziose mamme capitanate da Angiolino e Graziella -, un fantasmagorico spettacolo dove anche Giuseppe collabora con indovinelli e giochi di magia.

Infine la Toremar di Livorno, che attraverso la Sig.ra Fratallone offre a Giuseppe la parte del sogno più bella: attraversare il mare non solo gratuitamente ma anche nella plancia dei comandi proprio a fianco del Comandante e del Timoniere che lascia in mano a Giuseppe il timone della nave, una nave che gli avvererà il suo sogno.

A me non resta che aspettarli a San Guido, dove il giovane unitalsiano Davide mi carica sulla sua auto e ci porta dalla famiglia Marulo di Piombino che ci ospita per la cena e la notte. Sabato alle 8.00 sono tutti puntuali in biglietteria i giovani dell’Unitalsi che attraverso Facebook avevano accettato di partecipare all’evento “IL SOGNO DI GIUSEPPE”:  Davide, Marco, Silvia, Greta, insieme al presidente Luigi, ai giovani AC, Caterina e Francesco. Alcuni amici che non possono partire vogliono conoscere e salutare Giuseppe, qualcuno gli regala un cappellino che alla fine tornerà debitamente firmato e con l’aggiunta di Giuseppe: una stramitica gita!

Arrivati a Portoferraio troviamo Veronica che ha un sorriso così bello che fa venir voglia di sorridere per sempre anche a te e dire a Dio: grazie perché tu hai consegnato tutto nelle nostre umili mani e hai fatto sì che il sogno si realizzasse.

Forse, come ha ben detto don Mirko nell’omelia, a volte ci sembra di non avere niente, ma Gesù chiede proprio quel niente come i cinque pani del vangelo e con quel nostro niente è capace di cambiare molte cose.

Ci aspetta anche il pulmino della Caritas di Rio nell’Elba che, attraverso la Sig.ra Anna Contestabile, ha potuto essere il “mezzo” importante per far girare il sogno…

Caro Giuseppe, a Lourdes ci siamo mossi con il treno più veloce che c’è, qua c’era la nave, tu il navigatore e il capitano. Io volevo realizzare il tuo sogno e forse ci sono anche riuscita, ma la cosa che è riuscita meglio è proprio il fatto che insieme a me c’erano tanti ragazzi che hanno fatto tutti la loro parte per farti star bene, l’accoglienza delle persone, il tuo sorriso, i tuoi abbracci e i tuoi baci hanno smosso cuore e lacrime di molti di noi.

Grazie perché il tuo sogno è importante, continua a sognare perché il Signore fa grandi cose proprio attraverso i nostri sogni più belli.
Non sei stato fortunato è vero,  ma Gesù ti vuole bene e vuole bene anche a noi facendo di te un Regalo per la nostra vita che è fatta per essere DONO!

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