"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

martedì 6 novembre 2018

Quanti sono e quanto incidono gli opinionisti contrari a Papa Francesco?


di Giovanni Tridente

Non è più un mistero per nessuno – e forse non lo è mai stato –, che da quando è stato eletto al Soglio Pontificio, Papa Francesco ha iniziato a ricevere, un giorno sì e l’altro pure, una serie di accese critiche da parte di un tipo di cattolicesimo per così dire “molto esigente”, che però ha spesso mostrato tutte le sue contraddizioni.

Ci sono dei gruppi di credenti che non gli hanno mai perdonato quel “Buonasera” dalla loggia della Basilica vaticana, perché ritenuto troppo popolano (se non populista); e comunque non si sposava per nulla con la ieraticità di un saluto pontificio come tradizione comanda.

Altri si sono offesi perché ha iniziato a indossare scarpe ortopediche di colore poco consono, diciamo più adatte a un parroco di campagna a cui è permesso avere la tonaca sudicia perché appunto gira nei campi. Ma a un Papa no!

Sicuramente non ha mai giocato a suo favore l’essere “gesuita” – termine onnicomprensivo per definire, sempre in ambito “cattolico puro”, una sorta di relativismo à la carte che afferma una cosa e il suo contrario pur di aggraziarsi i fedeli.

Tantomeno, gli è stata perdonata la provenienza. È americano, ma non del Nord, del Sud, e poi è argentino. Figuriamoci!

Questo per quanto riguarda gli aspetti formali. Ma c’è la sostanza, che molti desumerebbero da ciò che loro stessi gli attribuiscono come discorsi. Salvo poi dimostrare di non averli mai letti questi discorsi del Papa, o di averne selezionato, attraverso ipotesi, opinioni, timori, giudizi, comunque sintesi di stampa espressi da altri, solo alcuni testi favorevoli al prestabilito disegno contro-esegetico da portare avanti.

Fatto sta che barcamenandosi nelle cronache di questi presunti informatori vaticani – o comunque presunti analisti dell’informazione Oltretevere – emerge chiaramente che in nome di una sbandierata “indipendenza”, non utilizzano mai l’appellativo Papa, Pontefice o Santo Padre, ma semplicemente “Bergoglio”, “l’argentino”, “il gesuita”, “l’ospite di Santa Marta”,… e in qualche caso anche “quello lì”.

Però sono molto esperti della materia religiosa, tanto da stabilire sempre la corretta esegesi biblica dei pronunciamenti papali, la corretta interpretazione morale a norma della bimillenaria tradizione della Chiesa e dell’intoccabile Catechismo della Chiesa Cattolica (che per alcuni è al di sopra delle “dieci tavole”), la giusta collocazione giuridica nell’ambito del Codice di Diritto Canonico, fino a detenere l’“esclusiva” sul soffio dello Spirito Santo. Non nascondendo, quindi, che loro appartengono alla Chiesa – ma alla Chiesa che dicono loro? –, tanto da collocare i loro malesseri nell’ambito delle “critiche interne”. E sicuramente è così.

Queste plateali esternazioni vengono trasmesse attraverso dispacci quasi quotidiani sulla rete, pubblicati in blog personali, e quindi con due vantaggi. Uno, è possibile conoscere coloro che esprimono le obiezioni, il loro trascorso biografico, l’esperienza professionale e anche le inquietudini eventualmente spirituali che li possono portare ad esprimersi così come si esprimono. Due, poiché i loro scritti sono pubblici e in chiaro, è molto facile analizzarli, sia per quantificarne il “peso” che la diffusione.

Quest’ultimo punto è importante, perché spesso si afferma che queste critiche interne al Papa – che comunque bisogna sempre “pesare” dal punto di vista intellettualmente onesto – siano molto numerose. E a questo riguardo abbiamo voluto fare un esperimento, di cui offriamo qui i risultati. Abbiamo scelto un campione di 8 blog italiani – che indicheremo con le prime lettere dell’alfabeto – dichiaratamente contrari a ogni decisione e dichiarazione del Pontefice, o comunque contrari rispetto a quei 4-5 temi e argomenti che loro stessi hanno preso a cuore dall’inizio del pontificato e dei quali scrivono esclusivamente: come se la vita della Chiesa e l’esercizio di un pontificato si limitasse ad alcune e uniche tematiche, per di più territorialmente (Italia?) circoscritte. È solo un caso che tutti questi blog siano gestiti da giornalisti, o presunti tali o pensionati tali.

Di queste piattaforme, attraverso il tool SimilarWeb nella versione gratuita, abbiamo estratto il numero totale di visite stimate nell’ultimo mese, sia come accesso diretto che come diffusione sui social o attraverso link riproposti in altre pagine. Questo primo dato, insieme al ranking a livello nazionale, fornisce un primo “peso” della diffusione di questi canali pseudo-informativi, che è più corretto chiamare di (accesa) opinione.

Un altro aspetto che abbiamo monitorato sono i referral, ossia il percorso di “provenienza” dei visitatori di questi blog (quale sito hanno visitato prima?) e quello di “destinazione” (quale sito visitano subito dopo?), trovando in questo caso le risposte più sorprendenti, perché in tutte le circostanze risulta, o come provenienza o come destinazione, almeno uno dei blog del campione.

Quindi, abbiamo riportato quanta incidenza hanno i social rispetto al numero totale delle visite (quindi potremmo dire delle letture) di questi blog e il tempo di permanenza di ciascun lettore sulle stesse piattaforme.

Infine, più per curiosità che per altro, abbiamo estratto le parole che chi giunge a queste piattaforme cerca su Google, arrivandoci dunque dopo aver cliccato sul risultato offerto dal motore di ricerca.

Ecco la tabella esplicativa:


* Dati inferiori al limite di analisi offerto dal tool perciò non disponibili
Data dell’analisi: 11.10.2018  - Tool utilizzato per l’analisi: SimilarWeb 

L’analisi è stata effettuata l’11 ottobre 2018 e non è necessario spiegare che non ha nessuna base scientifica ma soltanto di confronto di dati che è possibile recuperare mediante un tool di analisi gratuito, senza possibilità di accedere alle statistiche complessive di ciascuna piattaforma, i cui risultati, sicuramente più dettagliati e precisi, sono nella proprietà e disponibilità dei rispettivi autori. Proprio per questo ci sono diversi limiti, anche se i parametri di ricerca sono univoci.

Cosa emerge da questo monitoraggio? A livello di visite mensili, abbiamo una media di poco più di 200 mila accessi, e cioè 6.450 visite giornaliere per ciascuno di questi blog.

Il quantitativo degli utenti unici scende sensibilmente se si considerano – ed è importante considerarli – i referral. Come si vede, almeno in entrata in tutti i casi c’è almeno un “blog fratello” di provenienza, se non più di uno; lo stesso accade per le “destinazioni”. Per cui non è azzardato affermare che a navigare in questo gruppo di 8 contenitori ci sarebbe a ragion veduta buona parte della stessa utenza. E a fare la parte del leone – come a dire, a dettare l’agenda – sembrano confermarsi i blog A-B-C.

Importante è l’aspetto del ranking a livello nazionale, per cui nessuno dei blog considerati si posiziona al di sopra della 5.490ª posizione, se non addirittura oltre la 20.000ª.

Risicata è anche la loro diffusione sui social, a conferma che probabilmente fanno molto più rumore di quanto effettivamente risulta, e proprio negli ambienti dove “si vedrebbero” di più. In questo caso abbiamo una media del 10% della diffusione, a differenza di un oltre 50% di accessi diretti al blog e il restante generato dai motori di ricerca o link ospitati e rilanciati altrove.

Il tempo di permanenza degli utenti su queste piattaforme è mediamente e abbondantemente sotto ai 2 minuti, e sotto alle 2 pagine lette per visita.

Tra le parole cercate, con il tool gratuito non siamo potuti entrare molto nello specifico, per cui è evidente che la maggior parte delle ricerche riguardano proprio il nome del blog che l’utente intende visitare. In qualche caso, tuttavia, è emerso come risultato l’interesse per “mons. Viganò”, o la “massoneria in Italia”, o ancora la “messa in latino”, a conferma dell’ambito di cui questi spazi di opinione – come dicevamo abbondantemente contraria al Papa – si occupano.

Sarebbe interessante ripetere l'esperimento mensilmente, e così monitorare l'andamento di questa esplicita opposizione a Papa Francesco.

Questo articolo è apparso il 29 ottobre 2018 su Famiglia Cristiana

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