"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

venerdì 28 ottobre 2016

Internet, cosa ne pensa la Chiesa in 10 punti

Infografica a cura di Salvatore Burrometo

A quasi 15 anni dai documenti La Chiesa e Internet (CI) e Etica in Internet (EI) dell'allora Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, conviene riprendere alcune di quelle considerazioni che la Chiesa faceva proprie, soprattutto per quanto concerne l'idea della Rete e il suo utilizzo per la missione evangelizzatrice - "esporre il punto di vista cattolico di Internet quale punto di partenza per la partecipazione della Chiesa nel dialogo con altri settori della società, specialmente con altri gruppi religiosi, riguardo all'evoluzione e all'utilizzo di questo meraviglioso strumento tecnologico" (EI, n. 2). Fatti salvi tutti i rischi, i pericoli e le insidie, su cui i due documenti comunque non omettevano di riflettere.

I due testi riprendevano, evidentemente, idee generali sulla comunicazione già espresse dallo stesso Pontificio Consiglio in precedenti documenti, quali ad esempio la Aetatis novae ed Etica nelle Comunicazioni sociali.

1. Risolvere problemi

Questa tecnologia può essere uno strumento per risolvere problemi umani, promuovendo lo sviluppo integrale delle persone, creando un mondo governato da giustizia, pace e amore. (EI, n. 5)

2. Ampliare orizzonti

Internet può aiutare le persone ad usare responsabilmente la libertà e la democrazia, a espandere la gamma di scelte disponibili nei diversi campi della vita, ad ampliare gli orizzonti culturali ed educativi, a eliminare le divisioni, a promuovere lo sviluppo umano in una moltitudine di modi. (EI, n. 9)

3. Giornalismo onesto

Internet è uno strumento di informazione molto efficiente e rapido. Tuttavia la competitività economica e la presenza giorno e notte del giornalismo on-line contribuiscono anche al sensazionalismo e alla diffusione del pettegolezzo, alla mescolanza di notizie, pubblicità e spettacolo, e a una diminuzione, almeno apparente, delle cronache e dei commenti seri. Un giornalismo onesto è essenziale per il bene comune delle nazioni e della comunità internazionale. Questi problemi evidenti nella pratica del giornalismo su Internet esigono una soluzione rapida da parte dei giornalisti stessi .(EI, n. 13)

4. Comprensione reciproca

Un problema per molti è l'incredibile quantità di informazioni su Internet, di gran parte delle quali non ci si preoccupa di controllare se siano giuste e appropriate. Siamo preoccupati anche per il fatto che gli utenti di Internet utilizzano la tecnologia che permette di creare notizie su comando, semplicemente per fabbricare barriere elettroniche contro idee poco familiari. Ciò non sarebbe salutare in un mondo pluralistico nel quale è necessaria una crescente comprensione reciproca fra le persone. (EI, n. 14)

5. Valutare in modo informato e sagace

Le scuole e altre istituzioni e programmi educativi dovrebbero insegnare l'uso perspicace di Internet quale parte di un'educazione mass-mediologica completa, che includa non solo l'acquisizione di abilità tecniche — prime nozioni di informatica e tutto ciò che si supporta ad essa — ma anche l'acquisizione della capacità di valutare in modo informato e sagace i contenuti. (EI, n. 15)

L'educazione e la formazione relative a Internet dovrebbero essere parte di programmi completi di educazione ai mezzi di comunicazione sociale, rivolti ai membri della Chiesa. Per quanto possibile, la programmazione pastorale delle comunicazioni sociali dovrebbe provvedere a questa formazione nell'istruzione dei seminaristi, dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici così come degli insegnanti, dei genitori e degli studenti. (CI, n. 7)

6. Auto-regolamentazione è il metodo migliore

Una regolamentazione di Internet è auspicabile e in linea di principio l'auto-regolamentazione è il metodo migliore. (EI, n. 15)

7. Promuovere prosperità e pace

Internet può offrire un prezioso contributo alla vita umana. Può promuovere la prosperità e la pace, lo sviluppo intellettuale ed estetico, la comprensione reciproca fra i popoli e le nazioni su scala globale. Può anche aiutare gli uomini e le donne nella loro continua ricerca di autocomprensione. (EI, n. 18)

8. Vivere più pienamente la fede

Sebbene la realtà virtuale del ciberspazio non possa sostituire una comunità interpersonale autentica o la realtà dei Sacramenti e della Liturgia o l'annuncio diretto e immediato del Vangelo, può completarli, spingere le persone a vivere più pienamente la fede e arricchire la vita religiosa dei fruitori. Essa è per la Chiesa anche uno strumento per comunicare con gruppi particolari come giovani e giovani adulti, anziani e persone costrette a casa, persone che vivono in aree remote, membri di altri organismi religiosi, che altrimenti non sarebbe possibile raggiungere. (CI, n. 5)

9. Tirarsi indietro è inaccettabile

È importante anche che le persone, a tutti i livelli ecclesiali, utilizzino Internet in modo creativo per adempiere alle proprie responsabilità e per svolgere la propria azione di Chiesa. Tirarsi indietro timidamente per paura della tecnologia o per qualche altro motivo non è accettabile, sopratutto in considerazione delle numerose possibilità positive che Internet offre. (CI, n. 10)

Internet non è soltanto uno strumento di svago e di gratificazione consumistica. È uno strumento per svolgere un'attività utile e i giovani devono imparare a considerarlo e usarlo come tale. Nel ciberspazio, come in ogni altro luogo del resto, i giovani possono essere chiamati ad andare controcorrente, a esercitare controcultura, perfino a subire persecuzione per il vero e il buono. (CI, n. 11)

10. Virtù per un buon uso

È necessaria molta prudenza per individuare con chiarezza le implicazioni, il potenziale di bene e di male di questo muovo mezzo e per affrontare in maniera creativa le sfide che pone e le opportunità che offre.

È necessaria giustizia, in particolare per eliminare il «digital divide», il divario di informazione fra i ricchi e i poveri nel mondo di oggi. Ciò richiede un impegno, in favore del bene comune internazionale e la «globalizzazione della solidarietà».


Sono necessari forza e coraggio. Ciò significa difendere la fede contro il relativismo religioso e morale, l'altruismo e la generosità contro il consumismo individualistico e la decenza contro la sensualità e il peccato.


È necessaria la temperanza, un approccio auto-disciplinato a questo importante strumento tecnologico che è Internet, per utilizzarlo saggiamente e soltanto per fare il bene.
(CI, n. 12)

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