"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

venerdì 28 agosto 2015

"Akòr - Porta della Speranza", dal 2008 la Pastorale per fedeli separati, divorziati e in nuova unione

È dall'anno pastorale 2008/2009 che nella Diocesi di Milano è attivo un gruppo pastorale che si dedica ai fedeli separati, divorziati e in nuova unione. Si chiama "Akòr - Porta della Speranza", ed è ispirato al brano biblico Os 2,16-17: “L’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Akòr in porta di speranza”.

Il Gruppo è parte integrante dell'Ufficio Famiglia ed è composto da un assistente spirituale nominato dal Vescovo, una coppia referente e una coppia per ciascuna delle sette zone in cui è divisa la diocesi.

"In comunione con il vescovo e in riferimento alla Consulta Regionale Lombarda di pastorale familiare, l’équipe intende generare una specifica pastorale, offrendo percorsi di crescita spirituale ed ecclesiale a quanti sperimentano il dolore di una ferita che ha segnato la loro storia matrimoniale", si legge nella mission del Gruppo.

L'obiettivo di Akòr è duplice. Da una parte vuole sensibilizzare le realtà parrocchiali ad avere "cura per le situazioni problematiche e l'attenzione per le sofferenze delle famiglie separate", dall'altra, nei confronti di chi "ha il cuore ferito", far sentire la loro appartenenza "ad una chiesa dove nessuno può essere considerato indegno della misericordia divina e che chiede la disponibilità di ciascuno nell'edificare una comunità secondo il Vangelo".

In sostanza, "il desiderio è quello di edificare una comunità ecclesiale dove tutti si sentano accolti ed amati da Dio e dai fratelli. Ciascuno potrà così sperimentare quello sguardo misericordioso sulle proprie ferite che incoraggia l’aiuto verso altre persone, magari coppie in difficoltà o altre situazioni di disagio famigliare". 

Le attività prevedono 4/5 incontri all'anno, con momenti formativi e di preghiera, normalmente guidati da un sacerdote, in un luogo di culto diverso dalla chiesa parrocchiale, con momenti di supplica, ringraziamento, lode o richiesta di perdono.

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