"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

domenica 6 gennaio 2013

Benedetto XVI: il Vescovo precede e indica la strada agli uomini verso la fede, la speranza e l'amore

Il Vescovo precede e indica la strada agli uomini "verso la fede, la speranza e l'amore" in una "grande processione" che, dagli inizi del "presepe di Betlemme", pervade tutta la storia. Da qui il nesso con la festività dell'Epifania e il pellegrinaggio dei Magi, che vanno all'incontro "con Dio nella figura del Bambino" e che la Chiesa "credente ed orante" celebra oggi.

Lo ha spiegato Benedetto XVI nel corso dell'omelia alla celebrazione di questa mattina nella Basilica Vaticana, in cui sono stati ordinati quattro nuovi Vescovi: mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa e prefetto della Casa Pontificia, mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e i nunzi apostolici mons. Fortunatus Nwachukwu e mons. Nicolas Thevenin.

Ma "che tipo di uomini" erano i Magi?, si è chiesto il Papa. Sicuramente erano "uomini in attesa", "spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo", erano dotti ma interessati soprattutto a sapere "la cosa essenziale", ossia come "essere persona umana" e quale è "la verità su di noi, e su Dio e il mondo". Il loro era un pellegrinaggio del cuore.


Guardando all'esempio dei Magi si comprende anche la missione del Vescovo, chiamato ad essere "un uomo il cui interesse è rivolto verso Dio", e di conseguenza prova "inquietudine" per gli uomini. Un uomo di preghiera, in "permanente contatto interiore" con il Signore e con l'anima "largamente aperta" verso di Lui.



Sempre come i Magi, il Vescovo deve vivere "il coraggio e l'umiltà della fede", anche se questo lo metterà "ripetutamente in conflitto con l'intelligenza dominante". Oggi, infatti, l'agnosticismo "largamente imperante" è "estremamente intollerante" verso chi mette in discussione i suoi dogmi. 

"Il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti" diventa dunque "particolarmente pressante per un Vescovo", e gli impone di essere "valoroso", fermo nella verità, e disposto perfino ad essere ripetutamente percosso, perché il criterio a cui sottomettersi è soltanto il Signore. 

"Se difendiamo la sua causa, conquisteremo, grazie a Dio, sempre di nuovo persone per la via del Vangelo" e non importa se saremo "percossi" da coloro che lo contrastano, ha concluso Benedetto XVI, suggerendo quindi di guardare ai santi, "le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano".


Giovanni Tridente

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