"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

sabato 1 dicembre 2012

Benedetto XVI: preghiera e azione come rimedio all'ignoranza religiosa

I laici, le famiglie, le comunità cristiane, i giovani e i centri educativi, senza tralasciare la fonte di sapienza teologica da proporre in maniera più ampia, sono stati al centro del discorso che Benedetto XVI ha rivolto all'ultimo dei tre gruppi di Vescovi francesi, ricevuti ieri in udienza a chiusura della visita "ad Limina".

Il Papa ha esordito parlando di "uno dei problemi più seri della nostra epoca", ossia la "duplice ignoranza" del contenuto della fede, che si caratterizza per "un disconoscimento della persona di Gesù Cristo" e per la mancata conoscenza "della sublimità dei suoi insegnamenti, del loro valore universale e permanente nella ricerca del senso della vita e della felicità".


L'Anno della fede può essere dunque l'occasione irrinunciabile e improcrastinabile "per mobilitare tutte le energie della Chiesa" e così "animare in profondità la società". Come "mezzi" da utilizzare, "preghiera e azione", avendo i laici come protagonisti nel "permeare le realtà umane dello spirito del Vangelo".

Riferendosi più specificamente al contesto francese ed europeo, il Papa ha poi fatto riferimento alla necessità di non restare indifferenti dinanzi alla diminuzione delle vocazioni, indicando le famiglie e le comunità cristiane come "terreni particolarmente favorevoli" "affinché i giovani possano ascoltare la voce del Signore".

Grande importanza va ridata all'educazione cattolica, con i suoi istituti e centri di ricerca, che vanno ulteriormente "incoraggiati" anche ad "essere sempre più sviluppati, più ambiziosi" per servire meglio "la Chiesa, la società, l'intero uomo".

Un ruolo privilegiato lo occupa per Benedetto XVI la teologia - "fonte di sapienza, di gioia, di meraviglia" - che va proposta anche a quanti non hanno la vocazione al ministero ordinato, in modo da generare nei giovani e negli adulti un apostolato audace e convincente.

Quanto alle scuole cattoliche, queste "hanno oggi una responsabilità storica" nel mantenere "al centro del loro progetto educativo" i vari percorsi di trasmissione della fede, confermando ciò che è sempre stata "la chiave della cultura" francese ed europea, e cioè l'educazione ai valori cristiani.

Questo "ardore conferito alla nuova evangelizzazione", sarà dunque "il nostro contributo migliore allo sviluppo della società umana" e la migliore risposta alle tante sfide che si pongono all'uomo di oggi.

Giovanni Tridente

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