"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

giovedì 3 novembre 2011

Fiori di speranza in periferia: i nuovi progetti della Parrocchia Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca (Roma)

Del quartiere di Tor Bella Monaca, alla periferia est di Roma, si parla spesso per gli episodi di disagio sociale... eppure nel territorio ad offrire un’alternativa a giovani e non solo opera da sempre una comunità parrocchiale molto viva, quella di Santa Maria Madre del Redentore, nella quale sono attive anche le suore Salesiane di don Bosco.

In particolare, la direttrice dell’oratorio parrocchiale, suor Paola Pompei, racconta che «nel 2002 è sorto il centro diurno “Casa mia Casa nostra” dove si cerca di accogliere i bambini e i ragazzi di famiglie disagiate che sono maggiormente a rischio». Il centro è stato creato dal “Vides Mic Mag Tbm”, l’associazione di volontariato, spiega suor Paola, «che è nata e opera all’interno dell’oratorio e che presta diversi servizi anche al di fuori della parrocchia, a favore dei poveri del quartiere».

Due le strutture del centro: in una si accolgono i bambini con un’età compresa tra i tre e gli undici anni circa mentre nell’altra i ragazzi che frequentano le scuole medie. «Qui i ragazzi ogni pomeriggio hanno la possibilità di fare i compiti, di partecipare alle attività dell’oratorio e di vivere momenti di fraternità», spiega la direttrice e aggiunge che il nome “Casa mia, casa nostra” sta a indicare il fatto che «ogni bambino o ragazzo deve sentire il centro come la propria casa e quindi viverci serenamente ma anche responsabilmente».

A breve, aggiunge la religiosa, partirà anche il progetto “Educarsi alla pace”, approvato dall’Ufficio del Servizio civile nazionale, che ha l’obiettivo di diminuire gli episodi di bullismo e conflittualità tra i minori e giovani coinvolti, aumentando la loro capacità di risolvere pacificamente i conflitti relazionali con i pari.

Le specifiche attività previste dal progetto, spiega ancora suor Paola, saranno attuate «con il coinvolgimento attivo dei ragazzi stessi, che saranno così protagonisti e non solo destinatari del progetto educativo». Non a caso la metodologia prescelta per l’attuazione di “Educarsi alla pace” è quella dell’educazione tra pari e della ricerca-azione.

Le attività realizzate, aggiunge la direttrice dell’oratorio, serviranno anche ad acquisire dati ed informazioni che possano servire a «migliorare le strategie di intervento del Vides e a ideare ulteriori interventi educativi, pedagogici e formativi, sempre più mirati ed efficaci».

Roma7

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