"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

martedì 1 febbraio 2011

Le vocazioni, segno eloquente di vitalità

“Il grande lavoro dell’evangelizzazione richiede un numero sempre maggiore di persone che rispondano generosamente alla chiamata di Dio e si dedichino per la vita alla causa del Vangelo”. Lo ha scritto Benedetto XVI, nel suo messaggio per il II Congresso continentale latinoamericano per le vocazioni, in corso a Cartago (Costa Rica), da ieri al 5 febbraio.

“Un’azione missionaria più incisiva porta come frutto prezioso, insieme al rinvigorimento della vita cristiana in generale – ha sottolineato il Papa -, l’aumento delle vocazioni di speciale consacrazione. In ogni modo, l’abbondanza delle vocazioni è un segno eloquente di vitalità ecclesiale, così come del forte vissuto di fede da parte di tutti i membri del Popolo di Dio”.

Per il Pontefice, “la Chiesa, nel più suo intimo essere, ha una dimensione vocazionale” e “la vita cristiana partecipa anche di questa stessa dimensione vocazionale che caratterizza la Chiesa”.
Il Santo Padre, ricordando che l’obiettivo di questo II Congresso è fortificare la pastorale vocazionale, ha evidenziato come essa debba “essere pienamente inserita nella pastorale generale e con una presenza capillare in tutti gli ambiti pastorali concreti”. “L’esperienza ci insegna – ha aggiunto Benedetto XVI – che, laddove c’è una buona pianificazione e una pratica costante della pastorale vocazionale, le vocazioni non mancano”.
“Dio – ha proseguito il Papa – è generoso, e ugualmente generoso dovrà essere l’impegno pastorale vocazionale in tutte le Chiese particolari”. Tra gli aspetti che il Pontefice ha indicato come utili al far nascere le vocazioni, è importante “l’attenzione alla vita spirituale”.

“La vocazione – ha chiarito – non è frutto di nessun progetto umano o di un’abile strategia organizzativa. Nella sua realtà più profonda, è un dono di Dio, una iniziativa misteriosa e ineffabile del Signore, che entra nella vita di una persona catturandola con la bellezza del suo amore, e suscitando conseguentemente una dedizione totale e definitiva a questo amore divino”.
Dunque, “bisogna sempre tener presente la priorità della vita dello spirito come base di tutta la programmazione pastorale. È necessario offrire alle giovani generazioni la possibilità di aprire il cuore a una realtà più grande: a Cristo, l’unico che può dare senso e pienezza alle loro vite”.

Certamente, ha continuato il Santo Padre, “la testimonianza personale e comunitaria di una vita di amicizia e intimità con Cristo occupa un posto di primo piano nell’impegno di promozione delle vocazioni”. “La testimonianza fedele e gioiosa della propria vocazione è stata ed è – ha concluso Benedetto XVI - un mezzo privilegiato per risvegliare in tanti giovani il desiderio di seguire Cristo”.

-SIR-

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