"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

lunedì 1 novembre 2010

I santi fanno bella la Chiesa

Amo i santi perché la loro frequentazione mi rende ottimista. Quando li incontro, nella memoria della Chiesa o nella vita quotidiana, mi sento portato altrove dal soffio tonificante dello Spirito, lungi dai lamenti catastrofici sul nostro tempo, al di sopra dell'amarezza desolante e dalla sfiducia nel futuro.

Essi soffrono per il male, ma sanno che il bene è più forte. Non si lamentano. Pregano e agiscono. Prima di denunciare gli altri, fanno i conti con se stessi, mettendo ordine in casa propria.

Amo i santi perché hanno fatto e fanno bella la Chiesa.
Quando sento, anche in questi giorni, voci di sfiducia nei suoi confronti, mi onoro di presentarli, con una punta di orgoglio familiare, come i risultati più riusciti delle sue fatiche, i fiori più profumati del suo campo, la sua gloria, sempre vivi e nuovi anche negli inverni più gelidi.

Amo i santi perché in ciascuno di loro riconosco un tratto del volto di Cristo.
E, contemplando la loro straordinaria varietà, mi viene da pensare che la storia abbia per scopo segreto quello di comporre, epoca dopo epoca, il disegno dell'incomparabile volto del mio Signore, proprio attraverso le loro sempre nuove fattezze: in uno il suo volto sofferente, nell'altro il volto rasserenante, in quello il volto misericordioso, nell'altro il volto operoso.
Sempre un volto con lo sguardo verso l'alto, per meglio servire chi sta accanto.

Amo i santi feriali, quelli che crescono silenziosamente nelle persone che corrono dalla mattina alla sera per onorare il loro compito, e talvolta non sanno di alimentarli dentro di sé, tanto sono umili e generose.

Esse sorridono là dove altri imprecano, sono fedeli là dove altri desistono, perdonano là dove altri covano vendetta, "lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera" (Romani, 12, 12).

Amo i santi perché son partiti da mediocri come me, ma guardando Te, o mio Signore, si sono staccati da se stessi, si sono messi a disposizione del tuo Spirito e in tal modo sono stati inventivi, contribuendo a risolvere problemi di annuncio, di servizio, di dialogo, di convivenza, di rinnovamento.

Non mi stancherò mai di amare i santi perché spero sempre che mi diano una mano per camminare libero come loro lungo la loro via, che è la tua.
Perché lì, sulla tua e loro strada, Tu possa trovami quando mi comanderai di venire a te, a lodarti per sempre assieme a loro. 

di Pier Giordano Cabra  (Osservatore Romano)

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